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Gli americani amano lo zucchero. Tutti assieme, secondo il dipartimento di Agricoltura statunitense, ne hanno consumato quasi undici milioni di tonnellate: soltanto nel 2016. Buona parte è stato ingerito in gran parte attraverso le bevande gassate e le bibite utilizzate dagli sportivi, che oltre a far allargare il girovita contribuirebbero però a danneggiare anche il cervello.

Il messaggio emerge da uno studio pubblicato da un gruppo di ricercatori della Boston University sulla rivista «Alzheimer’s & Dementia».

Zuccheri e cervello: quale legame?

Gli studiosi hanno utilizzato i dati del Framingham Heart Study, una ricerca ideata per valutare il rischio epidemiologico delle malattie cardiovascolari, con un altro intento: considerare l’evoluzione dell’invecchiamento cerebrale sulla base dei consumi alimentari. È così emersa - incrociando i dati provenienti dai diari alimentari, dai test cognitivi e l’esito delle risonanze magnetiche cerebrali condotte su oltre quattromila adulti - la correlazione tra una dieta ricca di zuccheri e un processo di «aging», che gli autori hanno rimarcato, sottolineando però come si tratti di «un legame che non implica in maniera inequivocabile un legame di causa-effetto».

Saranno dunque necessarie ulteriori ricerche per poter affermare come, eventualmente, gli zuccheri assunti in eccesso danneggino la materia grigia. I ricercatori si sono soffermati su quelli assunti attraverso le bevande, consumate due volte al giorno o almeno tre a settimana, «perché è difficile avere una stima complessiva».

Ma c’è da immaginare che il nesso, qualora fosse provato, potrebbe soltanto risultare più marcato, una volta preso in considerazione l’intero pattern di zuccheri assunti attraverso la dieta. Nel frattempo rimane agli atti quanto osservato: ovvero una riduzione complessiva del volume cerebrale e specifica dell’ippocampo, l’area deputata all’apprendimento e alla memoria.

Attenzione anche all’ictus (ma servono altre prove)

L’ipotesi risulta confermata da una seconda ricerca osservazionale, pubblicata nei giorni scorsi sulla rivista «Stroke», da cui sono emersi diversi indizi che farebbero pensare a un aumentato rischio di avere un ictus cerebrale o di sviluppare una demenza cerebrovascolare nei forti assuntori di bevande zuccherate. Nuovo è risultato il possibile legame con il processo di decadimento cognitivo, constatato in dieci anni di osservazione, che secondo gli autori «potrebbe essere dovuto a una modificazione del microbiota intestinale o della percezione del dolce da parte del cervello».

Servono nuove prove prima di trarre le conclusioni. Ma gli indizi, per adesso, sono abbastanza chiari. Troppi zuccheri fanno male alla salute, in generale. E forse anche al cervello, nello specifico.

Twitter @fabioditodaro

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