MILANO - Il tema centrale della Settimana mondiale per la Riduzione del Consumo di Sale 2012, iniziata il 26 marzo e che terminerà il 1° aprile, a cui aderiscono oltre 300 scienziati ed esperti anche italiani, è la relazione tra consumo di sale, ipertensione arteriosa e ictus cerebrale.

In base a recenti studi, la quota media di sale nella dieta degli italiani si aggira attorno ai 9 grammi nelle donne e oltre 11 grammi negli uomini, con valori più alti nei soggetti sovrappeso ed obesi.

Secondo i medici, riducendo della metà il consumo di sale, quindi a circa 5 grammi giornalieri, si potrebbe abbassare l'incidenza di ictus del 21%, vale a dire 46mila eventi in meno l'anno.

"Per ottenere un risultato del genere basterebbe - ha spiegato Pasquale Strazzullo, direttore dell'area funzionale di medicina interna, ipertensione e prevenzione cardiovascolare del policlinico Federico II di Napoli - una maggiore attenzione all'alimentazione riducendo l'uso del sale in cucina e a tavola, e scegliendo alimenti meno ricchi del cosiddetto sale nascosto".

Oltretutto, mangiando meno salato in modo graduale e progressivo, ha assicurato Strazzullo, "la sensibilità gustativa si affina sempre più e si apprezza, senza rinunciare al piacere delle buona tavola, il gusto superiore di cibi di buona qualità meno salati".

La Società italiana di ipertensione arteriosa e la Società di nutrizione umana (Sinu) aderiscono alla Settimana Mondiale 2012, mettendo a disposizione dei consumatori e degli operatori della ristorazione, indicazioni pratiche per la riduzione del consumo di sale a casa e nei pasti consumati fuori, consultabili ai siti Internet www.siia.it e www.sinu.it.