Accedi

Registrati



Un caso su quattro delle 13.600 nuove diagnosi l’anno di tumore al rene in Italia è riconducibile al sovrappeso. Ben 3.400 casi evitabili puntando di più sulla prevenzione. Ma il 30% dei pazienti arriva già alla diagnosi in stadio avanzato metastatico. Quello del sovrappeso e dell’obesità è un problema diffuso, basti pensare che in Italia, il 31,7% della popolazione ha problemi con la bilancia e il 10,5% è obeso.

I PROGRESSI DELLA RICERCA

Finora per questi malati le possibilità di trattamento erano scarse, ma negli ultimi anni stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione degli scenari terapeutici, approfonditi ieri in un incontro con i giornalisti a Milano. «In questa neoplasia la chemioterapia e la radioterapia si sono dimostrate, storicamente, poco efficaci» ha spiegato Giuseppe Procopio, responsabile dell’Oncologia Medica genitourinaria della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. «Per i pazienti con neoplasia in fase metastatica, i farmaci a bersaglio molecolare hanno permesso di allungare la sopravvivenza di oltre due anni. Queste terapie sono caratterizzate da un comune denominatore: svolgono un’azione ‘anti-angiogenica’, hanno cioè la capacità di inibire la formazione di nuovi vasi sanguigni. Questa azione interferisce con lo sviluppo del tumore che, per crescere, ha bisogno di ossigeno, di sangue e di nuovi vasi sanguigni che lo irrorino».

NUOVE TERAPIE

Il panorama terapeutico sta cambiando molto velocemente e, dopo l’ingresso della terapia immuno-oncologica, l’ultima novità è rappresentata da una nuova terapia mirata, cabozantinib, che ha evidenziato in uno studio di fase III miglioramenti clinicamente significativi, nel carcinoma a cellule renali in seconda linea, nei parametri di efficacia più importanti: sopravvivenza globale, sopravvivenza libera da progressione e tasso di risposta obiettiva. «Passi in avanti che hanno un impatto positivo sulla qualità di vita dei pazienti» ha sottolineato Camillo Porta dell’Oncologia Medica della Fondazione IRCCS Policlinico «San Matteo» di Pavia. Tuttavia, «per i pazienti è essenziale disporre in tempi brevi delle terapie innovative» ha afferma Maurizio Limitone di FAVO (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) Lombardia. «I vantaggi di questi trattamenti in termini di sopravvivenza e qualità di vita possono avere un impatto decisivo anche per il reinserimento sociale e lavorativo».

NO A FUMO, ECCESSO DI PESO E IPERTENSIONE

Anche nel tumore del rene, gli stili di vita sani rappresentano la prima arma per sconfiggere la malattia. «Sono diversi i fattori di rischio associati all’insorgenza di questa neoplasia» ha affermato Porta.

«Oltre al sovrappeso e all’obesità, va considerato il fumo di sigaretta, in particolare negli uomini. I tabagisti presentano un rischio del 50% più elevato di sviluppare un tumore localizzato nel parenchima renale rispetto a coloro che non hanno mai fumato. Per i tumori della pelvi la relazione è ancora più forte: i fumatori presentano un rischio tre volte più elevato e proporzionale al numero di sigarette fumate ogni giorno e agli anni di esposizione.

Anche l’ipertensione arteriosa è un importante fattore di rischio ed è associata a un incremento del 60% delle probabilità rispetto ai normotesi. Per questo è fondamentale trasmettere ai cittadini i messaggi della prevenzione. Inoltre l’impiego sempre più diffuso della diagnostica per immagini consente di individuare la malattia in pazienti monitorati per altre cause. Sono le cosiddette diagnosi ‘casuali’, estremamente importanti perché spesso mostrano la malattia in fase iniziale».

UN OPUSCOLO PER AVERE TUTTE LE INDICAZIONI UTILI

AIMaC (Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici) ha lanciato la nuova edizione dell’opuscolo sul tumore del rene che contiene anche consigli sugli aspetti sociali ed assistenziali che impattano sulla vita quotidiana dei malati e della loro famiglia. La pubblicazione fa parte della Collana del Girasole e può essere scaricata dal sito dell’AIMaC (www.aimac.it).

«Ci impegniamo per promuovere la ricerca medico-scientifica per ottenere armi efficaci contro il cancro che migliorino la sopravvivenza dei pazienti e garantiscano una buona qualità della vita» ha concluso Thibaud Eckenschwiller, General Manager Ipsen. «Vogliamo collaborare con le società scientifiche, le Istituzioni e le Associazioni di Pazienti per promuovere la cultura e la sensibilizzazione verso questa neoplasia, di cui ancora si parla poco».

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati.

vai all'articolo originale