Il primo obiettivo deve essere l’esclusione di un’infezione in corso provocata dall’Helicobacter pylori, uno dei principali fattori di rischio per il tumore dello stomaco. Di fronte a un paziente che lamenta un sanguinamento dal tratto digerente, il compito di un gastroenterologo è quello di indagare, ed eventualmente escludere, la presenza del patogeno. Smarcato questo punto, le cause di un’ulcera peptica possono essere diverse: l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei è la seconda più ricorrente, seguita da uno spettro di sindromi che determinano un aumento della secrezione acida da parte dello stomaco. A prescindere dal fattore scatenante, è lo sviluppo di un ambiente in cui abbondano gli ioni idrogeno a determinare la ferita che può colpire lo stomaco (soprattutto negli adulti) o il duodeno (anche nei più giovani), la prima porzione dell’intestino tenue. Secondo le stime dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri (Aigo), a soffrire di ulcera sarebbe una quota compresa tra il cinque e il dieci per cento degli italiani.

Diverse opzioni terapeutiche

L’ulcera peptica, come spiega Marco Soncini, direttore dell’unità operativa complessa di gastroenterologia, Asst Santi Paolo e Carlo di Milano e tesoriere dell’Aigo, «può essere silente o manifesta». Nel primo caso i sintomi sono dati dal senso di pesantezza che portano a confondere il problema anche con il reflusso gastroesofageo e l’intervento, una volta esclusi per l’appunto la presenza dell’Helicobacter o una diagnosi di tumore, prevede una terapia con i farmaci antiacidi. Lo scenario è invece più grave nel secondo caso.

«Si registra un sanguinamento attivo, nel vomito o nelle feci - prosegue l’esperto -. L’approccio terapeutico può essere farmacologico o endoscopico. Quest’ultimo, portando alla chiusura della ferita e all’arresto dell’emorragia digestiva, ha di fatto quasi azzerato il ricorso alla chirurgia, molto diffuso fino agli Anni 70».

Quando prestare attenzione?

I sintomi dell’ulcera si manifestano nella parte alta dell’addome: tra lo sterno e l’ombelico. Dolore e bruciore sono i primi campanelli d’allarme, che nel caso dell’ulcera gastrica si manifestano quasi sempre dopo i pasti. Mentre se la lesione compare a livello del duodeno, è più facile registrarli a digiuno. Altre manifestazioni degne d’attenzione sono la difficoltà a digerire, la nausea, il senso di pesantezza e la perdita di appetito. Aspetti che, soprattutto se concomitanti, contribuiscono a determinare un’evidente riduzione del peso corporeo.

La causa di un’ulcera non risiede praticamente mai nella dieta. Ma è indubbio che con l’alimentazione si possono controllare meglio i sintomi. Motivo per cui gli esperti raccomandano di non dare troppo spazio a pietanze troppo saporite. Non ci sono particolari controindicazioni invece se si segue una dieta varia ed equilibrata, di stampo prevalentemente vegetariano. Ridurre il consumo di caffè e abolire quello di alcol e sigarette sono altre scelte che possono favorire una convivenza più agevole con l’ulcera.

Twitter @fabioditodaro


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