La notizia fa ben sperare perché, a differenza dei casi passati, l’approccio utilizzato è totalmente nuovo. Secondo uno studio inglese, che ha visto la partecipazione di diverse università (Oxford, Cambridge, Imperial College, University College London e King’s College), un uomo di 44 anni avrebbe sconfitto definitivamente HIV, il virus che causa la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). Il condizionale è però d’obbligo: già in passato furono diverse le persone dichiarate libere dal virus. Purtroppo però, terminate le terapie, HIV si è ripresentato.

CHE COSA SONO AIDS E HIV?

L’AIDS è una patologia causata dalla presenza del virus dell’HIV. Quest’ultimo, infettando in maniera specifica le cellule del sistema immunitario, rende le persone affette più vulnerabili a molte malattie che generalmente, nelle persone sane, non creano particolari problemi.

Fungendo da vero e proprio cavallo di Troia il virus distrugge progressivamente le difese lasciando il corpo senza protezione. In questi casi una banale influenza può risultare fatale. Attenzione però a non fare confusione: una persona sieropositiva, ovvero venuta in contatto con il virus, non necessariamente svilupperà l’AIDS. E’ solo questione di tempo.

Se non trattato il virus si moltiplica sino al punto da compromettere il sistema immunitario. E’ in quel momento che la persona passa dalla sieropositività all’immunodeficienza acquisita.

COME SI CURA L’AIDS?

A differenza di 30 anni fa, quando la malattia non lasciava scampo, ora fermare l’infezione da HIV è diventato relativamente semplice. Non è un caso che oggi, se trattata in tempo, l’aspettativa di vita media è paragonabile a quella di chi non è mai venuto in contatto con il virus. A segnare la svolta sono stati i farmaci antiretrovirali, molecole in grado di arrestare e contenere la replicazione del virus all’interno delle cellule. Grazie ad essi il virus non scompare ma cronicizza senza però evolversi in AIDS.

I CASI DI GUARIGIONE TEMPORANEA

Già in passato sono stati diversi i casi in cui si è parlato di guarigione. Quello più famoso è sicuramente Mississippi baby - così venne soprannominata la bambina-, la prima persona nata sieropositiva ad essere guarita dalla sua condizione. In Italia stessa sorte toccò ad un piccolo di Milano. In entrambi i casi i due bambini furono trattati precocemente con terapia antiretrovirale.

Purtroppo però, a differenza dell’ottimismo iniziale, sospese le cure il virus -nonostante attraverso le analisi non fosse più rilevabile- è tornato a farsi vedere. Ed è proprio per questa ragione che gli scienziati hanno teorizzato che HIV, oltre ad essere presente nel sangue, può nascondersi in forma dormiente e ripresentarsi all’improvviso.

IL PAZIENTE INGLESE: LA CURA COMBINATA

Ed è proprio sull’attacco al «virus dormiente» che si è concentrata l’attenzione degli scienziati inglesi. La nuova terapia, ancora in fase sperimentale, è composta da due fasi: nella prima è previsto l’uso di un vaccino che aiuta l’organismo a riconoscere le cellule infette e a eliminarle. Nella seconda la molecola vorinostat attiva le cellule contenente il virus dormiente in modo che possano essere captate e combattute dal sistema immunitario.

Proprio questa seconda parte potrebbe rappresentare l’ottenimento della prima cura completa contro HIV. Per ora, dopo il successo in animali da laboratorio, la «cura» ha funzionato su un 44enne sieropositivo. Adesso bisognerà aspettare e osservare nel tempo l’effettiva e duratura eradicazione del virus. I test nell’uomo -come sottolineano gli autori- dureranno per i prossimi 5 anni.


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