Si celebra oggi la 31° Giornata mondiale senza tabacco istituita dall’Organizzazione Mondiale della Salute per invitare alla riflessione globale sui rischi associati al fumo: il tema del”edizione 2019 è «Tabacco e la salute dei polmoni».

L’Oms stima che, se non saranno attuate efficaci politiche di contrasto, entro il 2030 moriranno ogni anno oltre 8 milioni di fumatori.

Nel nostro Paese il tumore del polmone rappresenta la prima causa di morte per tumore nei maschi e la terza causa nelle donne. L’85% dei tumori polmonari è dovuto al fumo, un dato che sale al 90% se si considera anche il fumo passivo.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità il fumo di sigaretta è la più importante causa di morte evitabile nella nostra società: ogni anno nel mondo a causa del tabacco perdono la vita circa sette milioni di persone, 890.000 delle quali non fumatrici, solo perché esposte al fumo passivo. Se non saranno attuate efficaci politiche di contrasto, entro il 2030 si stima che moriranno ogni anno oltre 8 milioni di fumatori. Infatti, oltre al polmone, il fumo è tra le principali cause del cancro della cavità orale, della faringe, dell’esofago e della vescica; nuoce alla pelle, ai denti, alle ossa e alla fertilità; danneggia il cuore; contribuisce a causare infarti e ictus.

«Smettere di fumare è una sfida impegnativa – spiega la dottoressa Licia Siracusano, Responsabile del Centro Antifumo dell’Istituto Clinico Humanitas - La maggior parte delle persone si sente scoraggiata e ha paura di affrontare le situazioni di ogni giorno senza la sigaretta. Intraprendere un percorso di disintossicazione significa togliere un gesto, il proprio momento dedicato al fumo. Per questo abbiamo deciso di creare una campagna che con un linguaggio semplice e pratici trucchi, offra un supporto per smettere di fumare e non ricadere in questo vizio».

Ai fumatori che entreranno negli ospedali Humanitas (e Humanitas University verrà lanciata la sfida «Spegni la tua voglia di fumare con un sorso d’acqua»: a tutti coloro che vorranno partecipare verrà chiesto di buttare la propria sigaretta per ricevere in cambio una bottiglietta d’Acqua Vitasnella. «Bere un sorso d’acqua ogni volta che si avverte il desiderio di fumare aiuta a controllare questo desiderio - continua la dottoressa Siracusano - allevia la secchezza della gola e delle fauci ma soprattutto aiuta a sostituire la gestualità della sigaretta con una routine salutare».

L’IMPORTANZA DEI CONTROLLI

All’Humanitas è attivo un programma di screening per la diagnosi precoce chiamato SMAC (Smokers health Multiple Actions) messo a punto dalla dottoressa Giulia Veronesi, responsabile della Sezione di Chirurgia Robotica con il supporto di Humanitas Cancer Center, Humanitas University, Ministero della Salute, AIRC, ATS Milano Città Metropolitana, Medici di Medicina Generale, LILT e Fondazione Umberto Veronesi. Il progetto si rivolge ai fumatori da più di 30 anni o agli ex fumatori con età superiore ai 55 anni, si articola in cinque step: compilazione di un questionario conoscitivo, incontro con un medico per anamnesi e condivisione degli stili di vita, TAC a basso dosaggio senza contrasto, prelievo di sangue e spirometria. L’obiettivo è «trovare i tumori prima che diano sintomi della loro presenza, in una fase in cui sono operabili. – spiega Veronesi - Attualmente la maggior parte dei pazienti arriva alla diagnosi quando compaiono i sintomi, dunque con la malattia già più avanzata e minori possibilità di guarigione.

Inoltre, grazie allo screening, è oggi possibile individuare tumori molto piccoli, che possono essere trattati con chirurgia mini-invasiva robotica e personalizzata, risparmiando la maggior parte del polmone sano, con recupero funzionale rapido e dimissione precoce. Abbiamo ancora 1000 posti disponibili, totalmente gratuiti, per lo screening nei prossimi 6 mesi. Sono arruolabili soggetti con età superiore ai 50 anni con storia di fumo di circa 30 anni».

LE DONNE e AIRC

C’è grande preoccupazione anche per il sensibile aumento del numero di donne fumatrici: «In Italia il numero di donne che fumano è aumentato del 24% in un solo anno, siamo il fanalino di coda dell’Europa - afferma Marina Chiara Garassino, ricercatrice AIRC presso il Dipartimento di Oncologia Medica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano - È assolutamente necessario e urgente arrestare questa tendenza. Se non faremo nulla, fra vent’anni dovremo affrontare una vera e propria epidemia di tumore ai polmoni».

Un rischio che è ancora maggiore per il genere femminile, continua Garassino: «Il fumo ha sulle donne effetti ancora più negativi perché, oltre a fumare di più, fumano in modo diverso rispetto agli uomini, con un’inalazione più profonda, che può aumentare sia l’incidenza sia l’aggressività dei tipi di tumore ai polmoni da cui sono colpite».

In occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco AIRC, che solo nel 2019 ha investito 3 milioni e 250 mila euro per sostenere 33 progetti di ricerca e borse di studio in questo ambito, dà il via a un importante progetto di informazione e sensibilizzazione sui pericoli del fumo, rivolto in particolare ai giovani, che coinvolgerà nei prossimi mesi alcune fra le voci più amate e seguite del web, fra cui Camilla Boniardi (Camihawke), Chiara Galiazzo, Alice Venturi, Sofia Viscardi, le K4U. Un gruppo tutto al femminile che, dopo essersi informato con gli esperti di AIRC, è ora pronto a portare il messaggio dello “stop al fumo” al proprio pubblico su web e social.

I GIOVANI E L’AMBIENTE

In occasione della giornata, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori LILT, con il MIUR e l’ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani - rivolge il suo appello ad agire subito per un mondo senza tabacco, invitando a riflettere su quanto il fumo possa essere nocivo tanto per la salute della persona, quanto per l’ambiente.

Rispetto ai giovanissimi, continua a scendere l’età della prima sigaretta, tra i 10 e i 13 anni, e nella fascia 13-15, 1 ragazzo su 5 fuma. L’avvento della sigaretta elettronica, usata abitualmente più dai ragazzi che dalle ragazze (22% vs 13%), non ha arginato il fenomeno, al contrario la sua diffusione è ormai paragonabile a quella della sigaretta tradizionale. Inoltre, nonostante la stretta sulle normative, il 76% dei giovanissimi dichiara di non aver ricevuto il rifiuto di vendita per minore, segno che l’accesso all’acquisto è ancora troppo facile, e all’interno delle scuole, per quanto tra il 2010 e il 2018 siano diminuiti i fumatori nell’ambito degli istituti, (dal 44% al 14% gli insegnanti, dal 56% al 29% gli studenti), la strada è ancora lunga per arrivare ad una scuola veramente «smoke free».

Una ricerca commissionata da LILT Milano a Doxa, su un campione nazionale di giovani tra i 18 e i 29 anni, illustra che il 92% degli intervistati mostra un alto livello di sensibilità per le problematiche ambientali e l’84% è conscio dei danni che il fumo provoca non solo agli individui, ma anche all’ambiente, con il 94% dei giovani che considera i mozziconi i rifiuti tra i più dannosi per il pianeta.

«L’ambiente in fumo: i giovani dicono no – sottolinea Marco Alloisio, presidente di LILT Milano -. L’indagine che abbiamo commissionato a Doxa evidenzia che i ragazzi sono molto sensibili alla salvaguardia del pianeta, addirittura fino al 96% nella fascia di età più alta. Da loro vogliamo ripartire per contrastare l’uso della sigaretta trovando gli argomenti giusti per modificare un trend insidioso per la salute e per l’ambiente: il raddoppio dei giovani fumatori italiani negli ultimi trent’anni (il 37% nella fascia tra i 15 ei 16 anni a fronte del campione generale del 21%) e la maglia nera che per questo risultato deteniamo in Europa. Ripartiamo dalla salute del pianeta. Un albero non merita di diventare 300 sigarette».

Il danno ambientale prodotto dalle sigarette è molto rilevante e sfaccettato. In Italia ogni anno vengono consumati 72 miliardi di sigarette. Secondo Alessandro Borgini, epidemiologo ambientale della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, fino a due terzi dei mozziconi di sigarette fumate vengono gettati dai fumatori nell’ambiente circostante, tanto che sono il rifiuto più ricorrente sulle spiagge. Le piante di tabacco, vulnerabili a una ampia varietà di parassiti e malattie, durante la coltivazione e la lavorazione sono trattate con diversi pesticidi che degradano il terreno circostante. Ulteriori preoccupazioni riguardano anche la produzione, l’imballaggio, la distribuzione e la combustione del tabacco che portano alla produzione di gas ad effetto serra. Un circolo in cui ogni anello della catena ha un impatto negativo e prolungato sulla Terra.