L’istituzione della nota 96 è andata a disciplinare la prescrizione in regime di rimborsabilità della vitamina D, da parte del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), per la prevenzione e il trattamento della carenza di suddetta vitamina. La dispensazione a carico del SSN di colecalciferolo, colecalciferolo\sali di calcio o calcifediolo, attualmente, è possibile solo apponendo tale nota limitativa. La vitamina D promuove la salute delle ossa e insieme al calcio, contribuisce a proteggere dalla demineralizzazione soprattutto nei pazienti anziani.

Chi è a rischio carenza vitamina D?

Il problema della carenza di vitamina D è diventato molto sentito soprattutto negli ultimi decenni poiché è una problematica diffusa trasversalmente in tutte le persone. È ancor più facile rilevarla nelle persone che vivono nelle strutture di ricovero e che non riescono a godere a sufficienza dell’irradiazione solare, in coloro che per problemi dermatologici devono proteggersi da sole o chi per questioni culturali voglia coprirsi le parti esposte. La carenza non è rara nemmeno nelle donne in post menopausa, nelle persone che devono sottoporsi a terapie prolungate a base di farmaci come antiepilettici, glucocorticoidi, anti-retrovirali, anti-micotici, colestiramina, che sono capaci di interferire con il normale metabolismo della vitamina D o in caso di patologie che possono determinare malassorbimento di vitamina D come la celiachia, il morbo di Crohn o la fibrosi cistica.

Sintomi da carenza: quali sono?

La nota ministeriale invita a prestare attenzione ai sintomi da carenza in quanto il paziente tende a manifestare sintomi di osteomalacia ovvero può lamentare astenia, mialgie, dolori ossei diffusi o localizzati, dolore anche di tipo pulsante a livello lombosacrale, pelvico o agli arti inferiori. Tali pazienti, inoltre, possono evidenziare una debolezza muscolare anche di grado elevato soprattutto a livello dei quadricipiti e dei glutei, avere difficoltà ad alzarsi o avere la caratteristica andatura ondeggiante oltre a manifestare una certa propensione alle cadute immotivate.

Come si accerta la carenza

Il parametro più affidabile per definire i valori circolanti di vitamina D è quello di determinare la concentrazione nel plasma di 25-idrossi-vitamina D. «Tale accertamento va prescritto dal medico in presenza di alcune situazioni di criticità e non come esame di routine. Nel sospetto di osteoporosi in medico prescriverà anche un esame strumentale specifico che si chiama Densitometria ossea. È importante che questo esame venga svolto in strutture accreditate con controllo quotidiano dello strumento usato» chiarisce la dottoressa Raffaella Michieli, segretaria della Società Italiana di Medicina Generale.

Cosa si fa quando si rileva la carenza?

Accertate le condizioni di rimborsabilità e la carenza si passa alla prescrizione, con rimborsabilità, del colecalciferolo per os che può essere assunto con cadenza giornaliera, settimanale o mensile. «Ci sono 3 diversi tipi di Vitamina D ed è, generalmente il medico di medicina generale a consigliare quale sia meglio assumere a seconda delle condizioni fisiche di ciascun paziente ed in particolare in presenza o meno di insufficienza epatica o renale. A questo proposito è bene ricordare che se manca il calcio, la vitamina D non può svolgere la funzione benefica per le ossa, quindi vanno assunti regolarmente alimenti contenenti calcio (latte e derivati) prima di usare eventualmente un integratore a base di calcio» commenta ancora la dott.ssa Michieli.

Utilità della nota 96

«L’istituzione della nota dovrebbe servire a chiarire senza ombra di dubbio quali pazienti hanno effettivamente bisogno di assumere la vitamina D e per quanto tempo. In particolare è sottolineata la necessità di assumerla in tutti coloro che fanno terapie per prevenire fratture .

In caso il medico consigli comunque di assumere la Vitamina D pur in condizioni di non rimborsabilità, la prescrizione potrà essere fatta a pagamento ed il costo sarà comunque irrisorio» conclude la segretaria della Simg.

L’istituzione della nota 96 è andata a disciplinare la prescrizione in regime di rimborsabilità della vitamina D, da parte del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), per la prevenzione e il trattamento della carenza di suddetta vitamina. La dispensazione a carico del SSN di colecalciferolo, colecalciferolo\sali di calcio o calcifediolo, attualmente, è possibile solo apponendo tale nota limitativa. La vitamina D promuove la salute delle ossa e insieme al calcio, contribuisce a proteggere dalla demineralizzazione soprattutto nei pazienti anziani.

Chi è a rischio carenza vitamina D?

Il problema della carenza di vitamina D è diventato molto sentito soprattutto negli ultimi decenni poiché è una problematica diffusa trasversalmente in tutte le persone. È ancor più facile rilevarla nelle persone che vivono nelle strutture di ricovero e che non riescono a godere a sufficienza dell’irradiazione solare, in coloro che per problemi dermatologici devono proteggersi da sole o chi per questioni culturali voglia coprirsi le parti esposte. La carenza non è rara nemmeno nelle donne in post menopausa, nelle persone che devono sottoporsi a terapie prolungate a base di farmaci come antiepilettici, glucocorticoidi, anti-retrovirali, anti-micotici, colestiramina, che sono capaci di interferire con il normale metabolismo della vitamina D o in caso di patologie che possono determinare malassorbimento di vitamina D come la celiachia, il morbo di Crohn o la fibrosi cistica.

Sintomi da carenza: quali sono?

La nota ministeriale invita a prestare attenzione ai sintomi da carenza in quanto il paziente tende a manifestare sintomi di osteomalacia ovvero può lamentare astenia, mialgie, dolori ossei diffusi o localizzati, dolore anche di tipo pulsante a livello lombosacrale, pelvico o agli arti inferiori. Tali pazienti, inoltre, possono evidenziare una debolezza muscolare anche di grado elevato soprattutto a livello dei quadricipiti e dei glutei, avere difficoltà ad alzarsi o avere la caratteristica andatura ondeggiante oltre a manifestare una certa propensione alle cadute immotivate.

Come si accerta la carenza

Il parametro più affidabile per definire i valori circolanti di vitamina D è quello di determinare la concentrazione nel plasma di 25-idrossi-vitamina D. «Tale accertamento va prescritto dal medico in presenza di alcune situazioni di criticità e non come esame di routine. Nel sospetto di osteoporosi in medico prescriverà anche un esame strumentale specifico che si chiama Densitometria ossea. È importante che questo esame venga svolto in strutture accreditate con controllo quotidiano dello strumento usato» chiarisce la dottoressa Raffaella Michieli, segretaria della Società Italiana di Medicina Generale.

Cosa si fa quando si rileva la carenza?

Accertate le condizioni di rimborsabilità e la carenza si passa alla prescrizione, con rimborsabilità, del colecalciferolo per os che può essere assunto con cadenza giornaliera, settimanale o mensile. «Ci sono 3 diversi tipi di Vitamina D ed è, generalmente il medico di medicina generale a consigliare quale sia meglio assumere a seconda delle condizioni fisiche di ciascun paziente ed in particolare in presenza o meno di insufficienza epatica o renale. A questo proposito è bene ricordare che se manca il calcio, la vitamina D non può svolgere la funzione benefica per le ossa, quindi vanno assunti regolarmente alimenti contenenti calcio (latte e derivati) prima di usare eventualmente un integratore a base di calcio» commenta ancora la dott.ssa Michieli.

Utilità della nota 96

«L’istituzione della nota dovrebbe servire a chiarire senza ombra di dubbio quali pazienti hanno effettivamente bisogno di assumere la vitamina D e per quanto tempo. In particolare è sottolineata la necessità di assumerla in tutti coloro che fanno terapie per prevenire fratture .

In caso il medico consigli comunque di assumere la Vitamina D pur in condizioni di non rimborsabilità, la prescrizione potrà essere fatta a pagamento ed il costo sarà comunque irrisorio» conclude la segretaria della Simg.