Esordiscono in genere nella tarda adolescenza o nella prima eta' adulta, ed hanno un' incidenza tre volte maggiore nelle donne rispetto agli uomini.
Iprincipali sintomi riconducibili a tali patologie sono i seguenti: palpitazioni, tremori, difficolta' a respirare, paura di morire e di perdere completamente il controllo.
Generalmente il primo attacco di panico avviene all'improvviso, senza ovvi motivi anche se, un' indagine più accurata ha evidenziato che molto spesso vi è una correlazione con difficoltà lavorative o da importanti cambiamenti di vita o soprattutto da stress.
Per aiutare una persona in preda al panico ci sono fondamentalmente 3 steep da seguire;
La prima cosa è riconoscere la situazione ossia cercare di capire cosa sta passando il soggetto: osservare i sintomi, ovvero capire se la persona si trova per la prima volta ad affrontare un attacco di panico.
I sintomi potranno essere, oltre a quelli citati precedentemente, anche accelerazione del battito cardiaco, respirazione molta rapida, mal di testa, mal di schiena, tremore, sudorazione, bocca asciutta, difficolta' a deglutire , nausea e vampate di calore o brividi.
Se ci si accorge che il soggetto si trova per la prima volta ad affrontare un attacco di panico è bene chiamare l'assistenza medica, è importante capire se il paziente abbia patologie quali; diabete, asma o altri problemi che possano complicare l'evento in corso.
E' bene cercare in un primo momento cercare di comunicare con il soggetto per ceracre di intuire la causa dell'attacco, rassicurando lo stesso sulla risoluzione del problema che ha scatenato tale reazione.
Continuando sulla strada della comunicazione è bene cercare di mettere a proprio agio il soggetto, parlandogli continuando con le rassicurazioni e se possibile cercare di portarlo in una zona più tranquilla all'aperto.
Il modo di comunicare sarà fondamentale un modo rassicurante che miri al raggiungimento di una sua calma partendo dal presupposto che i primi ad essere calmi dobbiamo essere noi. Un atto persuasivo può essere quello di indurre il soggetto a camminare o compiere un gesto che possa distrarlo.
Un azione da non compiere è quella di non fare pressione sull'individuo e portarlo sui minimi livelli di stress, non lasciandolo per nessun motivo solo fin quando non si è certi che vi sia una ripresa dall'attacco.
E' bene inoltre chiamare un medico nel caso il soggetto, dopo ore, sia ancora affetto da attacco di panico; in genere in questi casi il medico prescriverà al soggetto una cura farmacologica atta a calmare e rilassare l'individuo stesso.