Perchè è sconsigliabile continuare il trattamento con i bifosfonati per un periodo superiore a 5 anni?
Già in uno studio del 2006 veniva dimostrato che non vi era alcuna differenza nel numero di fratture tra coloro che avevano sospeso il trattamento con bifosfonati dopo 5 anni e coloro che al contrario lo avevano continuato.
Inoltre il loro meccanismo di azione inibisce il riassorbimento osseo ma non ha nessuna azione sul deposito di nuovo osso.
E poiché l'attività delle cellule che depositano nuovo osso (osteoblasti) è influenzata dalla formazione di aree di riassorbimento si rischia di avere un osso troppo vecchio e di qualità scadente.
Infatti 2/3 dei pazienti che asumono bifosfonati formano nuovo osso in quantità molto limitata, mentre 1/3 di loro addirittura non ne forma.
Questo causa una mineralizzazione maggiore dell'osso vecchio che diventa solamente più rigido. Si potrebbe paragonare a questo punto ad una bacchetta di plastica la quale in condizioni normali è elastica e si rompe solo dopo una marcata flessione e la stessa sottoposta a freddo intenso che diventa rigida e si rompe con maggior facilità. Sono infatti riportati numerosi casi di fratture anomale da prolungato uso di bifosfonati. Questi rimangono comunque, quasi sempre, dei farmaci di prima scelta nel trattamento dell'osteoporosi, sottoponendo tuttavia a valutazione critica la durata del loro trattamento.