La cataratta è un processo di progressiva perdita di trasparenza del cristallino. Questo processo, legato a fenomeni di ossidazione delle proteine che lo costituiscono, è il risultato di un fenomeno biochimico che si verifica con l'aumentare dell'età. L'allungamento della vita media ha portato a un aumento del numero di casi, tanto che oggi l'intervento di asportazione della cataratta è uno dei più eseguiti in tutti gli ospedali del mondo.
Il sintomo più importante è una progressiva perdita della vista. Sono inoltre segni caratteristici: vista offuscata o doppia, elevata sensibilità alla luce (fotofobia), percezione dei colori meno vivida, visione di macchioline o punti scuri. Può inoltre comparire miopia, ipermetropia o astigmatismo. La cataratta non provoca dolore e non è accompagnata da uno stato infiammatorio.
Attualmente esistono diverse tecniche chirurgiche: tutte hanno lo scopo di eliminare il cristallino opaco lasciando in sede solo la capsula (la membrana che lo sorregge), che costituirà il sostegno della protesi. La ''facoemulsificazione'' è attualmente la tecnica più all'avanguardia e si basa sull'impiego di una sonda aspirante ad ultrasuoni che frammenta il cristallino per poi aspirarlo attraverso un incisione di circa 3 mm. Attraverso questa piccola incisione viene successivamente inserita una lente artificiale che viene agganciata alla capsula. L'intervento viene generalmente condotto in anestesia locale (praticando alcune iniezioni indolore in vicinanza dell'occhio). Questo tipo di intervento, oggi generalmente eseguito in day-hospital o ambulatorialmente, permette una rapida guarigione (dell'ordine di giorni o settimane). Il 30% circa di coloro che hanno subito l'intervento chirurgico può tuttavia andare incontro ad una forma secondaria di cataratta, caratterizzata dall'opacizzazione della capsula di sostegno. Attraverso un trattamento laser (YAG laser) è possibile in pochi secondi rimuovere in modo indolore e definitivo tutte le opacità.