È molto più frequente di quanto si creda che i primi giorni della maternità siano caratterizzati, per la mamma, da una forma di tristezza.
Il senso comune può considerare ciò insolito, inconsueto, "perché una mamma che ha appena realizzato il suo sogno e tiene tra le sue braccia il suo piccolo dovrebbe sentirsi triste?"
Eppure il Baby blues e la Depressione post-partum colpiscono, in misura differente ovviamente, la maggior parte delle mamme.
Bisogna fare una distinzione tra queste due forme di tristezza.
Il Baby blues è un disagio transitorio che si verifica già durante la prima settimana dopo il parto e che si protrae in media per una decina di giorni, risolvendosi senza l'aiuto medico o psicologico.
Esso è caratterizzato da instabilità dell'umore, facile tendenza al pianto, ansia e perdita di concentrazione.
Le cause sono da ricercare prevalentemente in una modificazione a livello ormonale conseguente al parto ma anche nell'improvviso aumento di responsabilità che, in un momento iniziale, può provocare delle reazioni ansiose.
La Depressione post-partum, invece, è una vera e propria patologia che non va sottovalutata, poiché è causa di molta sofferenza per la mamma e rischia, altresì, di danneggiare il normale ed armonico sviluppo del bambino.
Tra i sintomi, alcuni dei quali simili a quelli del Baby blues, certamente colpisce la sensazione di alcune madri di non riuscire ad amare il proprio bambino, di non mostrare interesse per lui e per le cure delle quali il piccolo ha bisogno.
La Depressione post-partum non insorge necessariamente subito dopo il parto, ma può verificarsi anche dopo alcuni mesi, inoltre non si risolve in tempi brevi, come il Baby blues, e richiede per questo l'aiuto di un medico e soprattutto di uno psicoterapeuta.
Tra le cause, oltre alle modificazioni ormonali, vi sono molte componenti psicologiche e sociali.
Spesso le mamme che sviluppano una Depressione post-partum sono donne che si aspettano molto da se stesse, pretendendo di essere perfette nel loro ruolo di madri e di mogli e spesso hanno difficoltà a richiedere l'aiuto degli altri. Quando però si accorgono di non riuscire a gestire tutto da sole, tendono a sentirsi in colpa per questo, pensando di non essere all'altezza, di non essere delle buone madri.
Vi sono, inoltre, dei fattori sociali che incidono nello svilupparsi di questa patologia, poiché spesso le famiglie vivono in contesti sociali poveri di legami forti e di frequente le giovani madri rimangono da sole con il proprio piccolo anche per molte ore di seguito. La mancanza di una rete sociale che aiuti la mamma nelle attività quotidiane e che la sostenga nel processo di "conoscenza" del proprio bambino è certamente un fattore aggravante.
Una giovane mamma, infatti, non sa per "istinto" cosa fare con il suo bambino, come prendersene cura, se sta commettendo degli errori, ma ha bisogno del sostegno di qualcuno che pian piano possa aiutarla ad "imparare" tutto questo.
Certamente un mezzo per contrastare la Depressione post-partum è il dialogo; tante mamme, in effetti, spesso a causa del senso di colpa e di inadeguatezza che provano, proprio perché si sentono "anormali", "sbagliate" tendono a chiudersi in se stesse e a non ammettere di trovarsi in una situazione di disagio che viene avvertita come "innaturale".
Il dialogo, in primis con il proprio partner, ma anche con le amiche o con alcuni parenti, può essere già una valida soluzione per iniziare a chiedere aiuto, per ammettere di avere bisogno degli altri, di avere delle paure, delle insicurezze che sono assolutamente legittime.
A volte, però, il dialogo da solo non può bastare, infatti è possibile che la Depressione post-partum si instauri in donne con una personalità particolarmente fragile, ed allora, in quel caso, è opportuno richiedere l'aiuto del medico e dello psicoterapeuta, al fine di aiutare la mamma nell'elaborazione di tutto quello che le sta accadendo e consentirle di vivere in un modo più adeguato, per sé e per il suo bambino, la sua maternità.