La sperimentazione del metodo Stamina si farà o no dopo la bocciatura da parte del Comitato scientifico?
Il metodo Stamina si farà o no? È questa il quesito che resta in sospeso dopo che il Comitato scientifico ha, come ufficializzato dal ministro Beatrice Lorenzin, raggiunto all'unanimità conclusioni negative.
Ora il ministro ha l'autorità per bloccare la sperimentazione ma, come spiega l'avvocato e segretario dell'Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo «potrebbe anche decidere di andare invece avanti con la sperimentazione autorizzata dal Parlamento, assumendo la responsabilità della decisione».
E la bocciatura non è così scontata, se presidente e vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, rispettivamente Pierpaolo Vargiu ed Eugenia Roccella, appena consultati dal ministro dichiarano come sia «necessario avviare la sperimentazione per dare risposte ai malati e alle loro famiglie».
La legge, ha commentato Vargiu all'Ansa, «autorizza la sperimentazione, e la notizia del parere negativo del comitato di esperti induce profonda tristezza, perché il nostro obiettivo era che la sperimentazione iniziasse. Personalmente - ha aggiunto - provo immenso dispiacere, perché di mezzo ci sono le speranze di tanti malati». Se ci fosse un blocco della sperimentazione, «ciò - ha rilevato Vargiu - mi sembrerebbe una grande sconfitta. Prima di tutto, però, vorrei capire le motivazioni del comitato».
Sulla stessa linea il vicepresidente Roccella: «Il Parlamento si è mosso perché la sperimentazione si facesse, poiché il problema primo sono i malati e noi dobbiamo dare loro una risposta».
Parole inequivocabili ma altrettanto inequivocabili sono quelle che arrivano dai rappresentanti del mondo scientifico che bocciano senza appello il metodo. «Da mesi la scienza afferma che il metodo Stamina non ha basi scientifiche, a partire dalle accuse di plagio da parte della rivista Nature» sottolinea Paolo Bianco, dell'università Sapienza di Roma, uno dei massimi esperti internazionali di cellule staminali. «Adesso – prosegue - è indecoroso che la politica continui a ignorare quanto ha detto la comunità scientifica internazionale», dai documenti forniti da Nature alle dichiarazioni dell'Accademia dei Lincei. «La scienza ha parlato, adesso la parola spetta al ministro».
Casi analoghi alla vicenda Stamina, aggiunge l'esperto, nei quali «terapie immaginarie e pericolose, spacciate come basate su cellule staminali vengono vendute ai pazienti, sono comuni in tutto il mondo: dal Messico alla Cina, dagli Stati Uniti alla Germania. In Italia il fatto che siano gli ospedali a somministrare il metodo Stamina ha creato un grande equivoco. Ma è noto che nonostante la gratuità per il pubblico, ci sono interessi commerciali perseguiti a spese del Ssn e forse con appoggi politici rilevanti».