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A partire dall’adolescenza e in genere non oltre i 50 anni, anche se non mancano i casi in tarda età, più negli uomini che nelle donne si può assistere a un’ alterazione nel normale ricambio cellulare a livello del cuoio capelluto: le cellule tendono a crescere più velocemente di quanto dovrebbero, passano dagli strati bassi dell’epidermide a quelli alti molto velocemente, non hanno il tempo per maturare adeguatamente e per questo tendono a desquamare; in assenza di eccesso di sebo cadono sulle spalle (si parla in questo caso di forfora secca), mentre in presenza di un eccesso di sebo si stratificano le une sulle altre, formando delle vere e proprie crosticine di colore giallastro (si parla in questo caso di forfora grassa); la condizione in entrambi i casi non tende ad associarsi al prurito, ma costituisce una fonte di grosso disagio.

COME SI FORMA

Sulla ragione per la quale si assiste alla formazione della forfora esistono diverse linee di pensiero, come spiega anche il professor Franco Buttafarro specialista in Chirurgia Plastica e in Dermatologia, docente presso le Università di Roma, Siena e Parma: «Le cause sono ancora discusse e in particolare rimane ancora oscura un’ipotetica influenza androgena, né hanno alcun fondamento le spesso citate responsabilità dell’apparato digerente ed in particolare del fegato.

Per molto tempo è stato chiamato in causa il Pityrosporum ovale, un fungo che si pensava in grado di scatenare l’accelerato turn over cellulare; molti studi però hanno evidenziato come anche su un cuoio capelluto privo di forfora si possono raggiungere concentrazioni di Pityrosporum notevoli. Non è chiaro, dunque, se sia il micete responsabile della forfora o se sia il cuoio capelluto con forfora a costituire un terreno favorevole al suo sviluppo».

Secondo le linee di ricerca più recenti la causa della forfora non è da ricercare nei funghi che stazionano sul cuoio capelluto, bensì nei batteri, in quanto l’inestetismo comparirebbe a causa di un’eccessiva presenza degli stafilococchi che scalzerebbero i Propionibacterium, specie batterica preponderante nei soggetti senza forfora.

DERMATITE SEBORROICA DEL CUOIO CAPELLUTO

Di solito chi soffre di forfora vede aggravarsi il problema quando si trova a fare i conti con un eccesso anche di sebo: i capelli appaiono piatti, senza volume, sporchi.

«Gli studi più recenti non sono sufficienti a dimostrare se la forfora possa essere tenuta distinta da malattie più impegnative come la psoriasi o la dermatite seborroica di media gravità. Quest’ultima è un’affezione molto comune che si caratterizza per la presenza di squame giallastre e untuose che, a differenza della forfora grassa si associano a infiammazione, piccole formazioni crostose e a prurito alle volte intenso» spiega ancora il professor Buttafarro.

La dermatite seborroica del cuoio capelluto decorre in maniera cronica: si osservano fasi di remissione (di solito in estate) e fasi di esacerbazione (di solito d’inverno e con tempo particolarmente umido): alla base dell’eccesso di sebo sembra esserci un errato utilizzo degli androgeni.

EFFETTO REBOUND

Nessuna cura sembra funzionare davvero quando oltre alla forfora c’è anche seborrea: più si tenta di sgrassare cute e capelli, maggiore è l’effetto rebound; quando le ghiandole sebacee alla base del capello vengono aggredite con lavaggi e prodotti troppo aggressivi e sgrassanti, tendono a rispondere producendo più sebo e ingrossandosi determinando problemi anche nella normale crescita degli stessi capelli, anche se la dermatite seborroica non predispone alla calvizie.

TRATTAMENTI POSSIBILI

I trattamenti cosmetici e non per il trattamento della forfora secca, grassa o della dermatite seborroica sono numerosissimi: si passa da quelli farmacologici a base di prodotti per uso topico a base di antimicotici, volti a distruggere l’eccessiva proliferazione del Pityrosporum ovale, a quelli a base di cortisone per diminuire l’infiammazione, ai trattamenti cosmetici a base di piante dall’azione sebo normalizzante, fino ai cosmetici che eliminano l’eccessiva untuosità per affinità.

« I cortisonici non alogenati, ovvero i meno potenti, per via locale spesso associati ad antifungini sono utilizzabili con un certo successo, quelli per via sistemica sono esclusi dal trattamento salvo in alcuni pazienti selezionati e per brevi periodi. Gli antimicotici per uso generale sono spesso molto efficaci, ma solo per brevi periodi» chiarisce in merito il professor Buttafarro.

NUOVE PROSPETTIVE

Se però la forfora effettivamente dipende da uno squilibrio nella popolazione batterica residente a livello del cuoio capelluto, anche i trattamenti per il problema devono subire una sorta di revisione e bisognerà pensare a trattamenti capaci di ristabilire il giusto equilibrio fra le specie batteriche residenti.

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