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Sono sempre di più i pazienti che sopravvivono al cancro e anche le persone libere da malattia, con un’aspettativa di vita del tutto simile a quella di chi non si è mai ammalato. Secondo i dati del Rapporto Airtum 2016 sulla sopravvivenza dei pazienti oncologici in Italia, le donne under 45 vincono il cancro nel nell’86% dei casi, gli uomini under 45 nel 79% dei casi.

Questi dati fotografano un successo rispetto al passato, ottenuto grazie alla ricerca, alle diagnosi precoci e ai nuovi farmaci, e indicano una nuova priorità: prendersi cura dei sopravviventi e dei lungo-sopravviventi, chiamati anche «survivors», che dopo il cancro si trovano ad affrontare altre problematiche di varia natura e anche di salute. A molti anni dalla fine delle cure, infatti, possono manifestarsi degli effetti tardivi come secondi tumori o problemi di salute comunque legati ai trattamenti.

Per gli oltre 3 milioni di italiani che vivono con una diagnosi di cancro e che non sempre sono in grado di gestire il ritorno alla vita di tutti i giorni dopo la fase acuta di malattia, la FAVO (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) insieme ai medici specialisti e di famiglia hanno realizzato la seconda edizione della guida «La vita dopo il cancro», pubblicazione prodotta da FAVO e AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) presentata durante la XII Giornata del malato oncologico.

«Oggi in Italia circa il 5% dei cittadini ha una storia personale di tumore. Di questi, il 27% può essere definito ‘già guarito’, mentre un altro 20% convive con la malattia per un periodo sempre più lungo» ha spiegato il professor Francesco De Lorenzo, presidente FAVO. «La popolazione dei guariti è in crescita grazie ai progressi delle terapie oncologiche e a diagnosi sempre più precoci. È quindi sempre più urgente che vengano predisposti programmi di riabilitazione efficaci ed attivati piani di sorveglianza dei malati guariti o lungo sopravviventi».

Quello della sopravvivenza al cancro è uno dei temi su cui si concentra anche la «European Guide on Quality Improvement in Comprehensive Cancer Control» presentata lo scorso febbraio a Malta, lavoro conclusivo della Joint Action on Cancer Control, programma europeo lanciato nel 2004, dove si legge: «Il follow-up dei sopravvissuti al cancro, la gestione degli effetti tardivi e la prevenzione terziaria devono essere previsti, personalizzati e attuati nei percorsi di cura, con la partecipazione attiva dei sopravviventi e dei parenti. Nei bambini, adolescenti e giovani sopravviventi, gli effetti tardivi sulla salute e quelli psicosociali del cancro e dei suoi trattamenti devono essere previsti e affrontati».

@nicla_panciera

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