È stato pubblicato il vademecum per le famiglie, le Asl e le scuole della nuova legge sui vaccini obbligatori. Le regole sono quelle del decreto legge approvato a fine luglio ma con alcune precisazioni necessarie per chiarire i dubbi sorti in queste settimane. Il decreto introduce come obbligatorie l’anti poliomielite, anti difterite, anti tetanica, anti epatite B, anti pertosse, e anti emofilo B (esavalente) che si fanno al terzo mese di vita. Seguono anti morbillo, parotite, rosolia e varicella.
Non tutti i bambini nati dal 2001 al 2017 dovranno farle tutte: per ogni classe di età verranno considerate solo le vaccinazioni previste a suo tempo dal piano vaccinale. L’obbligo vale anche per i richiami.
Chi ha preso una malattia è immunizzato in modo naturale e adempie all’obbligo vaccinale di solito attraverso la somministrazione di vaccini in formulazione monocomponente. Se però questo tipo di prodotti non sono disponibili in commercio, la profilassi sarà completata con vaccini combinati, «che non sono controindicati nei soggetti che hanno già contratto la malattia».
I vaccini possono essere omessi o differiti se c’è un pericolo per la salute dell’individuo, colpito da una malattia cronica o momentanea che rende pericoloso l’utilizzo di quei farmaci. Il pericolo va certificato.
È la Asl ad accertare chi non rispetta l’obbligo di fare la vaccinazione, controllando l’anagrafe sanitaria dove devono confluire anche i dati delle iniezioni fatte da pediatri e medici di famiglia. A quel punto avvia la procedura per fare il recupero della vaccinazione. Il Ministero invita le Regioni a predisporre prima possibile quella procedura dai medici e dai pediatri convenzionati.
Se una Asl accerta che un bambino non è in regola, convoca la famiglia e li invita a vaccinare, consegnando anche materiale informativo. Se i genitori non rispondono, vengono riconvocati con una raccomandata in cui li si invita a un colloquio. Se i genitori non si presentano o comunque dopo aver fatto il colloquio non vaccinano, viene contestato l’inadempimento dell’obbligo vaccinale. A quel punto sarà comminata la sanzione da 100 a 500 euro. La sanzione riguarda tutti gli eventuali vaccini mancanti e non sarà comminata ogni volta all’inizio di ciascun anno scolastico se la violazione resta la stessa. Il Ministero della Salute precisa che se l’inadempienza riguarda un bambino che va al nido o alla materna, scatta il divieto di frequentare.
I genitori che invece hanno già vaccinato i propri figli almeno per quest’anno dovranno portare il certificato di vaccinazione a scuola. Quando la riforma sarà a regime dovrebbe essere compito di Asl e istituzioni inviarsi i dati evitando ai genitori di dover fornire informazioni che le istituzioni dovrebbero già avere in modo autonomo.
Entro il 10 settembre di quest’anno la documentazione va portata a nidi e materne, mentre il 31 ottobre è il termine per le altre scuole. Per chi opterà per l’autocertificazione c’è tempo poi fino al 10 marzo per portare i documenti ufficiali. Chi invece deve recuperare delle immunizzazioni dovrà portare almeno la prenotazione alla Asl.
Va presentata la copia del libretto vaccinale vidimato dalla Asl o il certificato vaccinale oppure l’attestazione della Asl che dice che il bambino è in regola o comunica l’esonero, l’omissione o il differimento delle vaccinazioni obbligatorie per motivi di salute. È anche possibile presentare la prenotazione delle dimostrazioni mancanti presso i servizi dell’azienda sanitaria.
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