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Il diabete non va in vacanza. Anzi, in estate, complice le temperature più elevate, i cambiamenti negli abitudinari stili di vita, la mancata aderenza alla terapia (vissuta come un peso da ricordare anche nei luoghi di villeggiatura) e la sottovalutazione di alcune possibili condizioni climatiche o ambientali sono tutti fattori che possono scompensare la malattia. E oltrepassare le soglie di guardia significa incorrere in pericoli invece evitabili.

UN AIUTO DAI FARMACI DI ULTIMA GENERAZIONE

Grazie ai microinfusori e ai farmaci di ultima generazione che permettono di fare a meno dell’insulina, è possibile passare un’ottima vacanza anche con il diabete. Oggi seguire la terapia è più facile rispetto al passato, così pure godersi il tempo libero in relax e sicurezza è divenuto meno proibitivo. Fatte le eccezioni legate ai singoli casi, un paziente diabetico (il numero dei malati è raddoppiato rispetto agli Anni 80: può mangiare con gusto e fare attività fisica, senza comunque eccedere nel dispendio energetico o nella scelta di sport estremi. «Il diabete non è una controindicazione o un limite per una buona vacanza - dichiara Francesco Giorgino, direttore dell’unità operativa di endocrinologia e malattie metaboliche dell’azienda ospedaliero-universitaria Policlinico di Bari -. Ma occorre ricordare che la malattia non può essere dimenticata: va monitorata e curata con l’adeguata terapia per tutto il periodo della villeggiatura».

L’ALIMENTAZIONE EQUILIBRATA RIMANE UN CAPOSALDO

Un atteggiamento responsabile consente di concedersi un soggiorno senza rischi beneficiando di tutti i vantaggi che la vacanza apporta all’organismo e anche alla malattia stessa. Basta rispettare cinque facili regole per tenere sotto controllo il diabete e la glicemia.

La prima cosa da fare è evitare la disidratazione, più probabile soprattutto negli anziani (soprattutto tra coloro che assumono diuretici per tenere sotto controllo la pressione sanguigna) con l’aumento delle temperature e, di conseguenza, della sudorazione. «Fondamentale è monitorare con maggiore frequenza la pressione arteriosa che, in estate, tende ad essere più bassa del solito - prosegue Giorgino -. Bisogna fare attenzione ai primi campanelli di allarme che possono segnalare una possibile disidratazione: la bocca asciutta, la pelle secca, il prurito, la sensazione di mancamento e testa vuota, la stanchezza».

È quasi superfluo ribadire che il rimedio più efficace è rappresentato dall’acqua, da bere in quantità superiore a due litri al giorno. Quanto al cibo, invece, meglio ridurre al minimo le trasgressioni e mantenersi fedeli al proprio regime alimentare. Se si mangiano cibi insoliti, la raccomandazione è effettuare un autocontrollo più frequente della glicemia. Occorre anche fare attenzione agli orari dei pasti, perché variazioni importanti nella tabella di assunzione degli alimenti potrebbero avere implicazioni sulla terapia farmacologica.

SAGGEZZA NELLA PRATICA SPORTIVA

L’estate e l’aria aperta inducono a svolgere maggiore esercizio fisico, ad esempio camminate e attività sportiva. Attenzione a non lasciarsi tentare da sport estremi o da un impegno fisico troppo intenso che possono favorire l’aumento eccessivo della glicemia. Con il diabete è bene privilegiare attività moderate, di tipo aerobico, che contribuiscono a ridurre la glicemia. In estate è consigliato prepararsi all’attività sportiva monitorando sempre la glicemia per prevenire picchi o cali, alimentandosi prima della pratica con degli snack e bevendo più frequentemente (per esempio ogni 20-30 minuti), anche durante l’allenamento, per compensare la maggiore sudorazione e la perdita di liquidi e sali minerali.

FARMACI DA CONSERVARE AL FRESCO

Le più alte temperature, tipiche dell’estate, possono alterare le caratteristiche dei farmaci, riducendone l’efficacia. I farmaci quali l’insulina, ma anche terapie orali come capsule e compresse o iniettive come gli analoghi del GLP-1, devono essere conservati in frigorifero e non esposti al sole. Stessa raccomandazione vale anche per i device, sia i glucometri ma soprattutto le strisce reattive che contengono l’enzima per determinare il valore della glicemia.

MAI A PIEDI SCALZI

Il diabete, specie in persone che ne sono affette da molti anni, può comportare problemi di neuropatia, con perdita della sensibilità tattile, dolorifica e termica. Camminare a piedi nudi non è una buona pratica perché può esporre il diabetico a traumi, microferite, contusioni, ustioni, per esempio passeggiando sulla sabbia bollente o su pietre surriscaldate o poggiando il piede su oggetti taglienti senza avvertire dolore: Lesioni che, a lungo andare, possono innescare una serie di complicanze, fino al piede diabetico. La raccomandazione è quindi di indossare ciabatte o altre calzature comode per proteggere il piede dal contatto diretto con il suolo.

Twitter @fabioditodaro

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