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COSA FARE

cibo-pastiCreare il rituale del pasto

Spesso i bambini non mangiano perché per loro è difficile interrompere l'attività che stanno svol-gendo per andare a tavola. Molti genitori infatti a-vranno notato che i loro bambini non mangiano se chiamati a tavola, ma mangerebbero davanti ad un cartone animato o continuando a giocare. Prendia-mo esempio da quello che si fa normalmente negli asili e nelle scuole materne: ci si prepara al pranzo con gesti sempre uguali. Si rispetta sempre lo stes-so orario, ci si lava le mani, spesso sono proprio i bambini, anche molto piccoli, a prendere tutto il necessario per preparare la tavola. Insomma, si se-gue un rituale, che serve ai bambini per prepararsi all'idea di fermarsi e mangiare, che li aiuta a per-cepire il proprio appetito e ad apprezzare il pasto che sta per arrivare. È utile adeguarsi anche a ca-sa: evitiamo improvvisazioni e fretta e annuncia-mo per tempo l'ora del pasto. Siamo calmi e rego-lari anche prima del pasto.

Apparire disinteressati

Essere disinteressati non vuol dire essere indiffe-renti. Avere disinteresse per il modo in cui il bam-bino mangia porta con sé un messaggio importan-te: ognuno, persino un bambino, ha un'innata ca-pacità di stabilire quanto e quale cibo gli è neces-sario. È l'atteggiamento più spontaneo e naturale, quello che permette ai figli di seguire il proprio i-stinto e tenere lontane le problematiche psicologi-che riguardo al cibo.

Assecondare i gusti del bambino

Obbligarlo a mangiare ciò per cui prova avversio-ne aumenterà la sua inappetenza. Se non gradisce gusti particolari, se rifiuta un determinato alimen-to, potete evitarlo: nessun cibo è insostituibile. Un po' di creatività in cucina, magari coinvolgendo, quando possibile, il bambino nella preparazione dei cibi, può aiutare a rendere più piacevole il pranzo.

Se il bambino è più grandicello, invitarlo a farsi porzioni da solo

Sarà un ottimo esercizio per stimolare l'appetito del bambino e insegnargli ad autoregolarsi, stabi-lendo da solo le sue porzioni e avendo la possibili-tà di prenderne ancora, se vuole.


COSA NON FARE

Non forzare

Costringendo il bambino a mangiare otteniamo un rifiuto ancor più pronunciato sul momento e, a lungo andare, un atteggiamento di inappeten-za che può consolidarsi.

Non distrarre il bambino per farlo mangiare

È opportuno che la nutrizione sia consapevole: il bambino deve accorgersi che sta mangiando, che il pasto serve alla sua nutrizione e che è un mo-mento fondamentale per lui e per la famiglia.

Non pregare il bambino

Il bambino rimane smarrito e perplesso di fronte all'espressione di un genitore preoccupato perché ha smesso di mangiare: per lui è tutto normale.
Non punirlo, ma nemmeno premiarlo

Il cibo non deve divenire il metro con cui valutare quanto il piccolo è "bravo" o "obbediente".

Non concludere affrettatamente che il bambino "non mangia"

Facciamo attenzione a tutte le volte che il bambi-no mangia durante la giornata. Magari non mangia durante il pasto stabilito (o non mangia come noi vorremmo), ma questo perché si è nutrito a suffi-cienza in altri orari. Se contiamo la quantità di ci-bo che ingerisce (es., 3 biscotti a colazione, 1 me-la a merenda, 1 fetta di pollo a pranzo, ecc.), po-tremmo rimanere piacevolmente sorpresi.