L'arteriosclerosi, malattia che colpisce comunemente i vasi arteriosi, è la causa più frequente di morte nei Paesi occidentali mentre è pressochè assente in quelli in via di sviluppo.
L'arteriosclerosi da un punto di vista istopatologico è un termine indicante ogni ispessimento e indurimento della parete arteriosa. Vi sono vari aspetti istologici di sofferenza della parete arteriosa, sia delle arterie di maggior calibro sia delle arteriole, ma la lesione più importante è sicuramente l'arteriosclerosi (ATS), termine con il quale oggi si definisce abitualmente la malattia. L'ATS è una malattia cronica che ha le proprie radici nel patrimonio genitale individuale.
L' ATS può produrre una lesione caratteristica, l'ateroma, e ha una patogenesi complessa cui partecipano fattori legati all'ambiente e all'interazione tra soggetto e ambiente, con andamento per lungo tempo silente o perlomeno pauci-sintomatico, fino a quando una severa diminuzione del flusso ematico ( ischemia) non fa risentire acutamente la sua azione nociva a ivello di vari organi o apparati, venendo ad aprire così il capitolo delle manifestazioni d'organo.
EPIDEMIOLOGIA
E' impossibile quantificare la prevalenza dell'arterosclerosi, è solo possibile valutare l'incidenza delle sue manifestazioni più gravi. Le cardiovasculopatie rappresentano nel nostro Paese e in tutti i Paesi occidentali oltre il 50% delle cause di morte e la maggior parte della mortalità da cardiovasculopatie è imputabile ad ATS mentre tali patologie, forse per la minor sopravvivenza della popolazione e per le diverse abitudini dietetiche, oltreché per motivi genetici , sono meno frequenti nei Paesi del terzo mondo.
Per quanto riguarda la manifestazione più facilmente valutabile, cioè la cardiopatia ischemica, essa è di gran lunga la causa più frequente di morte nei Paesi occidentali, negli Stati Uniti ogni anno muoiono circa 930000 persone l'anno.
PATOGENESI
La patogenesi (cioè le modalità con cui si instaura la malattia) dell'ATS non è completamente chiarita e varie sono le teorie in proposito.
La più accettata attualmente è quella che vede nell' "insulto" alla parete arteriosa, provocato da vasi stimoli lesivi che agiscono sulla parete arteriosa, il meccanismo comune nella genesi della placca aterosclerotica.
Questi stimoli dannosi provocano una perdita della capacità delle cellule endoteliali di funzionare normalmente e di aderire tra di loro o al connettivo sottostante.
Esempi di queste lesioni sono le lesioni chimiche provocate dall' ipercolesterolemia, quelle meccaniche causate dall'ipertensione, quelle dovute a ipossia nei fumatori.
La perdita delle funzioni delle cellule endoteliali in punti particolari dell'albero arterioso condurrebbe all'esposizione del tessuto subendoteliale ad aumentate concentrazioni di componenti del plasma e a una sequela di eventi che comprendono l'iperaggregazione piastrinica, l'adesività delle piastrine con formazione di microtrombi e la liberazione di potenti fattori piastrinici, uno dei quali stimolerebbe la migrazione nell'intima delle cellule muscolari lisce della media e la loro proliferazione nei siti di lesione.
Le cellule muscolari lisce depositerebbero una matrice connettivale e accumulerebbero lipidi in particolare in pazienti iperlipemici. I lipidi verrebbero accumulati nella parete anche dai macrofagi, derivanti dai monociti circolanti. Le aree più colpite sono quelle delle biforcazioni vasali.
La più importante tra e teorie diverse da quella suesposta è quella " monoclonale" secondo la quale le lesioni dell'intima deriverebbero dalla moltiplicazione di singole cellule muscolari lisce. In tal modo l'alterosclerosi sarebbe un processo simile alla crescita tumorale. La teoria della " senescenza clonale" afferma infine che l cellule muscolari lisce dell'intima normalmente sarebbero sotto controllo delle cellule muscolari della media e che tale controllo cesserebbe con l'età.
FATTORI DI RISCHIO
Sono definiti come fattori di rischio per le complicanze cardiovascolari dell'ATS " quegli attributi che compaiono più comunemente nei soggetti con la malattia piuttosto che nei soggetti esenti, benché la causalità dei due fenomeni non sia necessariamente implicita".
Sono stati finora identificati più di 250 fattori di rischio aterosclerotico. Tra questi però solo alcuni sono da considerare " maggiori" ovvero dotati di relazione più stretta con l'incidenza di complicanze dell'ATS.
PREVENZIONE E TERAPIA
La prevenzione dell'ATS consiste in primo luogo nell'identificazione dei soggetti a maggiore rischio ( familiarità, iperlipermie, diabete, obesità, ipertensione, abitudine al fumo) e in secondo luogo nel controllo di tutti questi fattori.
Pertanto, quando questi fattori sono presenti, si devono realizzare anche prima di eventuali manifestazioni morbose e soprattutto nei soggetti con familiarità aterosclerotica:
• la normalizzazione dei valori di colesterolo e trigliceridi;
• il compenso del diabete nell'arco di tutta la giornata;
• la riduzione del peso corporeo;
• la riduzione dei valori di pressione arteriosa;
• l'abolizione del fumo;
• la rinuncia alla vita sedentaria.
Nella prevenzione sono pertanto coinvolte la correzione delle abitudini dietetiche, la pratica dell'esercizio fisico, l'uso di farmaci ipolipemizzanti, antidiabetici e ipotensivi.