Da sfida sanitaria di origine infettiva a emergenza a tutto tondo. Il Coronavirus sta rivoluzionando la vita di tutti i pazienti, non soltanto di coloro che sviluppano il Covid-19. L’isolamento in cui viviamo da un mese, per esempio, rappresenta un ostacolo di non poco conto per chi è alle prese con una malattia neurodegenerativa con il Parkinson, di cui oggi si celebra la giornata mondiale. Persone che, oltre ad aver vissuto queste cinque settimane spesso da sole o vedendo un solo caregiver, in ragione della loro fragilità saranno costrette a vivere con molte restrizioni anche nei mesi a venire. In un periodo in cui si fa un gran parlare di telemedicina, ecco un progetto rivolto a questi pazienti. Si chiama «ParkinsonCare» il primo servizio di teleassistenza infermieristica gratuita che punta a dare sostegno ai parkinsoniani (260mila nel nostro Paese) costretti in casa a dal Coronavirus.
Una rete per stare vicino ai malati di Parkinson
La prima rete virtuale di medicina collaborativa per la malattia di Parkinson in Europa è il frutto di un’iniziativa solidale nata dalla collaborazione tra Confederazione Parkinson Italia Onlus, la rete delle Associazioni delle persone con Parkinson e Careapt (start-up dedicata allo sviluppo di soluzioni digitali per la gestione delle malattie neurodegenerative). Ad aderire finora, fornendo il contributo dei propri specialisti, anche l’Istituto neurologico Carlo Besta di Milano e la Fondazione Fresco Parkinson Institute di Firenze. Il servizio (lo si può richiedere da tutta Italia chiamando il numero 02-21079997 o scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. dal lunedì al venerdì, 9-18) offre una risposta ai bisogni delle persone con malattia di Parkinson e dedica a ogni paziente un infermiere specializzato per affiancarlo nel riconoscimento e nella gestione dei sintomi, coordinando anche gli interventi in visite in urgenza o video-consulto dei neurologi del Besta e dei fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali, neuropsicologi e neurologi del Fresco Parkinson Institute, oltre che di altri professionisti che si stanno mobilitando a titolo personale.
Segnalazioni a partire dai medici di base
ParkinsonCare provvede a dare priorità agli accessi in funzione del livello di urgenza e complessità dei diversi interventi, in coordinamento (ove possibile) con i medici curanti. A questo si aggiunge che anche neurologi e medici di medicina generale potranno selezionare tra i loro assistiti coloro che ritengono più bisognosi del servizio, segnalando l’iniziativa ai loro pazienti. «La chiusura di uffici e luoghi di ritrovo ha ridotto l’attività di sostegno psicologico, spostandola in parte sulla telefonia e via internet - dichiara Giangi Milesi, presidente della Confederazione Parkinson Italia -. Abbiamo deciso di collaborare al progetto ParkinsonCare per accompagnare la persona con Parkinson verso una gestione più consapevole e partecipata della malattia. Il nostro obbiettivo è quello di aiutare questi pazienti a convivere con la malattia attenuando il disagio crescente in concomitanza con questa emergenza sanitaria».
Twitter @fabioditodaro
Da sfida sanitaria di origine infettiva a emergenza a tutto tondo. Il Coronavirus sta rivoluzionando la vita di tutti i pazienti, non soltanto di coloro che sviluppano il Covid-19. L’isolamento in cui viviamo da un mese, per esempio, rappresenta un ostacolo di non poco conto per chi è alle prese con una malattia neurodegenerativa con il Parkinson, di cui oggi si celebra la giornata mondiale. Persone che, oltre ad aver vissuto queste cinque settimane spesso da sole o vedendo un solo caregiver, in ragione della loro fragilità saranno costrette a vivere con molte restrizioni anche nei mesi a venire. In un periodo in cui si fa un gran parlare di telemedicina, ecco un progetto rivolto a questi pazienti. Si chiama «ParkinsonCare» il primo servizio di teleassistenza infermieristica gratuita che punta a dare sostegno ai parkinsoniani (260mila nel nostro Paese) costretti in casa a dal Coronavirus.
Una rete per stare vicino ai malati di Parkinson
La prima rete virtuale di medicina collaborativa per la malattia di Parkinson in Europa è il frutto di un’iniziativa solidale nata dalla collaborazione tra Confederazione Parkinson Italia Onlus, la rete delle Associazioni delle persone con Parkinson e Careapt (start-up dedicata allo sviluppo di soluzioni digitali per la gestione delle malattie neurodegenerative). Ad aderire finora, fornendo il contributo dei propri specialisti, anche l’Istituto neurologico Carlo Besta di Milano e la Fondazione Fresco Parkinson Institute di Firenze. Il servizio (lo si può richiedere da tutta Italia chiamando il numero 02-21079997 o scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. dal lunedì al venerdì, 9-18) offre una risposta ai bisogni delle persone con malattia di Parkinson e dedica a ogni paziente un infermiere specializzato per affiancarlo nel riconoscimento e nella gestione dei sintomi, coordinando anche gli interventi in visite in urgenza o video-consulto dei neurologi del Besta e dei fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali, neuropsicologi e neurologi del Fresco Parkinson Institute, oltre che di altri professionisti che si stanno mobilitando a titolo personale.
Segnalazioni a partire dai medici di base
ParkinsonCare provvede a dare priorità agli accessi in funzione del livello di urgenza e complessità dei diversi interventi, in coordinamento (ove possibile) con i medici curanti. A questo si aggiunge che anche neurologi e medici di medicina generale potranno selezionare tra i loro assistiti coloro che ritengono più bisognosi del servizio, segnalando l’iniziativa ai loro pazienti. «La chiusura di uffici e luoghi di ritrovo ha ridotto l’attività di sostegno psicologico, spostandola in parte sulla telefonia e via internet - dichiara Giangi Milesi, presidente della Confederazione Parkinson Italia -. Abbiamo deciso di collaborare al progetto ParkinsonCare per accompagnare la persona con Parkinson verso una gestione più consapevole e partecipata della malattia. Il nostro obbiettivo è quello di aiutare questi pazienti a convivere con la malattia attenuando il disagio crescente in concomitanza con questa emergenza sanitaria».
Twitter @fabioditodaro