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Parziale apertura della Francia sulla ricetta del professor Didier Raoult a base di idroclorochina. Dopo aver annunciato una stretta per limitarne l'uso unicamente ai casi più gravi di coronavirus, il ministro della Salute, Olivier Véran, allenta la presa. Accogliendo in parte l'appello del numero uno dell'ospedale universitario La Timone di Marsiglia, che da settimane tenta di convincere le autorità di Parigi sull'efficacia del suo cocktail farmacologico, un mix tra l'antimalarico, oggetto di mille discussioni e polemiche, e un antibiotico molto in voga per i problemi respiratori, l'azitromicina. Nel decreto aggiornato al 25 marzo e pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, Parigi evoca inoltre la possibilità di somministrare le due molecole anche ai pazienti rientrati a casa dopo il necessario ricovero in ospedale.

Anche se resta categoricamente escluso che la clorochina possa essere assunta autonomamente a casa, visti anche gli effetti indesiderati gravissimi se non addirittura mortali. "In deroga all'articolo L.5121-8 del codice di salute pubblica - si legge nel testo di legge disponibile sul sito LegiFrance - l'idroclorochina e l'associazione loinavir/ritonavir possono essere prescritti, somministrati e amministrati sotto la responsabilità di un medico ai pazienti contagiati da Covid-19, nelle strutture sanitarie in cui sono ricoverati, come anche, per il proseguimento del trattamento se le loro condizioni lo consentono e dietro autorizzazione" del medico che ha prescritto "inizialmente" la cura, "a domicilio". Soddisfazione per l'apertura di credito di Parigi è stata espressa da Raoult. "Grazie al ministro Olivier Véran per avermi dato ascolto", scrive in un tweet il prof dai lunghi capelli bianchi attualmente oggetto di intimidazioni telefoniche, tanto che la giustizia francese ha annunciato oggi l'apertura di un'inchiesta per individuare i responsabili.

In attesa di un possibile vaccino contro il Covid-19, per cui potrebbe essere necessario un anno se non di più, ricercatori e scienziati di numerosi Paesi, Italia inclusa, sono al lavoro per trovare una soluzione tra molecole già esistenti o cocktail farmacologici. L'idroclorochina ha il vantaggio, rispetto ad altri farmaci, di essere già fruibile in quantità e a prezzi abordabili ma suscita la forte perplessità di larga parte del mondo scientifico e l'Oms deplora il numero insufficiente di collaudi, poco più di una ventina in Francia, per confermarne la validità del rimedio. "Nessuno studio dimostra l'efficacia" del farmaco sulle persone affette da Coronavirus, spiega Christophe D'Enfert, direttore scientifico dell'Institut Pasteur di Parigi, aggiungendo che questo non significa che l'antimalarico "non abbia interesse nel trattamento del Covid".

"Per saperlo - gli fa eco il collega virologo Marc Lecuit - dobbiamo valutarlo scientificamente seguendo la metodologia dei test clinici". Intanto, in attesa dei risultati, la Francia continua a dividersi tra gli ortodossi del rigore scientifico e chi invoca una rapida generalizzazione della ricetta in nome dell'emergenza sanitaria.

Parziale apertura della Francia sulla ricetta del professor Didier Raoult a base di idroclorochina. Dopo aver annunciato una stretta per limitarne l'uso unicamente ai casi più gravi di coronavirus, il ministro della Salute, Olivier Véran, allenta la presa. Accogliendo in parte l'appello del numero uno dell'ospedale universitario La Timone di Marsiglia, che da settimane tenta di convincere le autorità di Parigi sull'efficacia del suo cocktail farmacologico, un mix tra l'antimalarico, oggetto di mille discussioni e polemiche, e un antibiotico molto in voga per i problemi respiratori, l'azitromicina. Nel decreto aggiornato al 25 marzo e pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, Parigi evoca inoltre la possibilità di somministrare le due molecole anche ai pazienti rientrati a casa dopo il necessario ricovero in ospedale.

Anche se resta categoricamente escluso che la clorochina possa essere assunta autonomamente a casa, visti anche gli effetti indesiderati gravissimi se non addirittura mortali. "In deroga all'articolo L.5121-8 del codice di salute pubblica - si legge nel testo di legge disponibile sul sito LegiFrance - l'idroclorochina e l'associazione loinavir/ritonavir possono essere prescritti, somministrati e amministrati sotto la responsabilità di un medico ai pazienti contagiati da Covid-19, nelle strutture sanitarie in cui sono ricoverati, come anche, per il proseguimento del trattamento se le loro condizioni lo consentono e dietro autorizzazione" del medico che ha prescritto "inizialmente" la cura, "a domicilio". Soddisfazione per l'apertura di credito di Parigi è stata espressa da Raoult. "Grazie al ministro Olivier Véran per avermi dato ascolto", scrive in un tweet il prof dai lunghi capelli bianchi attualmente oggetto di intimidazioni telefoniche, tanto che la giustizia francese ha annunciato oggi l'apertura di un'inchiesta per individuare i responsabili.

In attesa di un possibile vaccino contro il Covid-19, per cui potrebbe essere necessario un anno se non di più, ricercatori e scienziati di numerosi Paesi, Italia inclusa, sono al lavoro per trovare una soluzione tra molecole già esistenti o cocktail farmacologici. L'idroclorochina ha il vantaggio, rispetto ad altri farmaci, di essere già fruibile in quantità e a prezzi abordabili ma suscita la forte perplessità di larga parte del mondo scientifico e l'Oms deplora il numero insufficiente di collaudi, poco più di una ventina in Francia, per confermarne la validità del rimedio. "Nessuno studio dimostra l'efficacia" del farmaco sulle persone affette da Coronavirus, spiega Christophe D'Enfert, direttore scientifico dell'Institut Pasteur di Parigi, aggiungendo che questo non significa che l'antimalarico "non abbia interesse nel trattamento del Covid".

"Per saperlo - gli fa eco il collega virologo Marc Lecuit - dobbiamo valutarlo scientificamente seguendo la metodologia dei test clinici". Intanto, in attesa dei risultati, la Francia continua a dividersi tra gli ortodossi del rigore scientifico e chi invoca una rapida generalizzazione della ricetta in nome dell'emergenza sanitaria.