ROMA - Entro sette anni 20 milioni di italiani potranno dire addio al medico di famiglia e di conseguenza un assistito su tre potrebbe restare senza il suo dottore di fiducia. Tutta colpa della burocrazia che spinge ad abbandonare la professione e al numero chiuso che scoraggia i giovani. Si stima che entro il 2023 verranno a mancare 16 mila medici di famiglia.
L'allarme riguarda soprattutto il Nord Italia: in Piemonte, ad esempio, nei prossimi sette anni lasceranno lo studio 1173 medici di famiglia, in Lombardia 2776, in Veneto 1600, in Liguria 527.
I numeri della bomba demografica medica, diffusi al congresso nazionale della Fimmg, la Federazione dei medici di famiglia, sono quelli dell’Enpam, il solido ente previdenziale dei camici banchi, che col perdurare di questa fuga dalla professione qualche problema potrebbe cominciare ad averlo.
"Bisogna aumentare i posti nelle scuole post-laurea di medicina generale, altrimenti sul territorio rimarranno solo i pazienti", denuncia a 'La Stampa' il presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti.
Secondo i dati Fimmg, infatti, le Regioni che programmano l’accesso alla professione non vanno oltre i 900 borsisti l’anno, mentre i pensionamenti accelerano.
Inoltre sono sempre gli stessi a mantenere più cattedre possibili all'università e a godere dei pochi finanziamenti lasciando le briciole agli studenti. Bisognerà pensare probabilmente a un nuovo sistema di assistenza sanitaria.