Noi non siamo gli scopritori di Max Ulivieri. Di lui hanno già parlato e scritto televisioni e giornali. Ciò che vogliamo fare noi è semplicemente entrare ancora una volta dentro la sua vita e la sua storia perché, quando si tratta il tema dell’«assistenza sessuale ai disabili», questo personaggio rappresenta in assoluto la punta di diamante nel panorama italiano.
Maximiliano Ulivieri (battezzato proprio così, con una x al posto di due s) è nato in provincia di Livorno il 21 marzo 1970. Si sofferma poco sulla sua età. Forse il fatto di avere una fisicità particolare, lontana dai canoni di quella che comunemente classifichiamo come «normalità», lo porta a respingere qualsiasi catalogazione di sé, perfino quella anagrafica.
E’ un tipo autentico. Fin da ragazzino gli è toccato convivere con la sua non facile condizione e ha sempre scelto di affrontare tutto mescolando semplicità e coraggio, sofferenza e intraprendenza.
LA MALATTIA DI MAX
«All’età di due anni videro che qualcosa in me non andava e tra i vari esami mi fecero una biopsia al braccio – racconta -. I medici dissero che avevo la distrofia muscolare e che sarei campato tutt’al più fino ai 25 anni. Il mio corpo iniziò a deformarsi, ma certe cose tipiche della patologia che mi avevano diagnosticato, non accaddero. Nessun problema ai polmoni ad esempio, e una delle due gambe continuava a funzionare bene. Solo pochi anni fa ho scoperto che la mia malattia è un’altra, la C.M.T.1A. Oggi, come dico sempre con ironia, sono un mucchio di ossa storte. Ma sono felice, appagato e concentrato sul lavoro che ho costruito».
Maximiliano Ulivieri all’età di 2 anni
CHI SONO I «LOVE GIVERS». LA BATTAGLIA PER AVERLI ANCHE IN ITALIA
Tre anni fa Max ha iniziato una vera e propria battaglia per promuovere in Italia qualcosa che in altri Paesi come Svizzera, Germania, Olanda e Danimarca, è già da parecchio tempo una realtà consolidata. Ha messo in piedi una campagna per far riconoscere a livello istituzionale il diritto al «love-giving» per le persone con qualsiasi tipo di disabilità.
In buona sostanza sta tentando di rendere legale il supporto psicologico e in parte fisico offerto da figure specializzate, abilitate con training mirati, all’approccio con persone malate, altrimenti impossibilitate a vivere l’esperienza dell’amore erotico.
UN LIBRO E UN DISEGNO DI LEGGE
Sulla materia, oltre ad un libro dal titolo «Loveability», ha scritto il testo di un disegno di legge, a quattro mani con il senatore PD Sergio Lo Giudice. Il documento è già stato presentato in Parlamento con il numero 1442 (QUI IL TESTO) e da un anno e mezzo attende di essere approvato.
Max in giro per l’Italia
QUALCHE PASSO AVANTI A LIVELLO REGIONALE
Nulla di grave, il progetto non si ferma. A portarlo avanti senza sosta è il comitato che Ulivieri ha costituito nel 2013 insieme con 6 soci, fra cui Fabrizio Quattrini, responsabile dell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica di Roma.
Il gruppo che ha un suo sito ben congegnato, dettagliatissimo e sempre aggiornato, ha momentaneamente dirottato la sua azione sulle autorità regionali e qualche frutto è già stato raccolto. L’Emilia Romagna ha approvato una risoluzione riguardante il disegno di legge e il M5S della Lombardia ha assicurato di voler presentare quanto prima la sperimentazione in consiglio.
PERCHE’ L’«ASSISTENZA» NON E’ «PROSTITUZIONE»
«E’ facile capire che cosa blocca il percorso di questo nostro progetto a livello nazionale – sottolinea Max. - Da noi è ancora in vigore la legge Merlin del 1958 con la quale si vieta la prostituzione. E di fatto ciò che promuoviamo sfocia inevitabilmente in quell’ambito. Ma qui la storia è assai più complessa perché quelle che noi vogliamo formare sono figure preparate soprattutto dal lato emotivo ed affettivo. Le persone disabili non hanno soltanto bisogno di sfogare i loro istinti carnali, ma anche di liberare le loro spinte empatiche e con quelle sviluppare e alimentare il rispetto e la stima per se stessi».
L’ESPERIENZA SESSUALE DI MAX
Max questi percorsi emotivi li conosce bene. La sua malattia è progredita dall’infanzia fino a costringerlo su una sedia a rotelle. A 18 anni l’emozione di un bacio, ma nulla di più. Mentre il desiderio sessuale era quello di un adolescente qualsiasi. Forte, incontenibile. E qui, ecco il muro davanti a sé. Come presentarsi a una donna, come farsi apprezzare ed accettare? Ha finito per sperimentare la sua «prima volta» a 28 anni, con una escort.
PRIVATO DELL’«INTIMITA’»
«In realtà – spiega – la parte più frustrante nell’approccio alla sfera sessuale per un disabile è la mancanza di intimità. Pensateci bene. Quando un giovane vuole masturbarsi, si nasconde da qualche parte, in una stanza, in un bagno. Si chiude a chiave per non essere sorpreso. Io non potevo farlo. Le mani erano funzionanti, ma non riuscivo a gestire una serratura. Senza contare il fattore strettamente igienico. Per un maschio l’orgasmo significa comparsa di liquido. Bene: chi avrebbe provveduto a pulire il mio?».
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IL DRAMMA DEI DISABILI MENTALI
Un passaggio complicato e sofferto. Quello che anche molti altri disabili vivono, talvolta anche in modo più drammatico. Coloro che sono affetti da disturbi mentali, ad esempio, abitano per lo più in comunità affollate, dove l’intimità non è concepibile. Questi, ma anche chi è a casa, accudito da un familiare, debbono per forza di cose ricorrere all’aiuto di chi gli sta accanto. Fino a situazioni penosissime, come madri spinte a soddisfare personalmente il desiderio fisico del figlio che non può placare in altro modo le sue naturali pulsioni.
COSI’ MAX HA SCAVALCATO L’OSTACOLO
«Quello che ha salvato me è stato l’avvento di Internet. Ho cominciato a scrivere un mio blog con i pensieri, le riflessioni, i sentimenti. Ed ecco che la gente ha iniziato a scoprirmi prima dal punto di vista interiore, rimanendo spesso affascinata. Anche molte donne che poi hanno voluto conoscermi dal vivo. E’ così: se conquisti la testa di una persona, hai conquistato tutta la persona».
Maximiliano con la moglie il giorno delle nozze
AMORE, MATRIMONIO E VIAGGI
Diverse storie d’amore per Max da lì in poi. Fino all’ultima, la più importante. Quella con la ragazza siciliana che 8 anni fa è diventata sua moglie. Un amore splendido, con un unico piccolo intoppo. I genitori di lei non avevano visto di buon occhio l’unione con un uomo così in difficoltà e all’epoca avevano scelto di non presenziare alla cerimonia di nozze. Un dispiacere sciolto negli anni successivi, quando la famiglia della sposa ha verificato sul campo quanto la vita della coppia fosse non solo felice, ma, paradossalmente, molto dinamica!
In giro per mano alla consorte sotto i portici di Bologna
«Per via della mia campagna a sostegno del “love-giving”, sono spesso in giro per il mondo – chiarisce Max – Mia moglie la porto sempre con me e vi assicuro che ha visto più luoghi da quando siamo sposati che in tutta la sua esistenza prima di incontrarmi!».
La valigia sempre pronta per intraprendere un nuovo viaggio
Sempre in viaggio, sì. Convegni, dibattiti e corsi sono i passaggi focali di un progetto che non conosce arresto. Il comitato ha già accolto le iscrizioni di quanti si sono candidati per partecipare alla formazione e selezionato, due anni fa a Roma, gli aspiranti «assistenti sessuali». Si sono presentati in 100, ne hanno scelti 30, uomini e donne con vari orientamenti sessuali. Un filtraggio scrupoloso - basato soprattutto su colloqui motivazionali che escludessero devianze di sorta - per accedere alle 200 ore di training. Training che al momento è in stand-by, in attesa che il Parlamento si occupi del disegno di legge.
«Beh – riflette Ulivieri -, sono così convinto di quello che stiamo facendo, che se entro l’anno la situazione non si sblocca, io darò il via comunque ai nostri corsi. Semmai, la prossima intervista, la rilascerò da dietro le sbarre. Ne ho passate tante nella vita, una difficoltà in più non mi spaventerà».
Alcuni diritti riservati.