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Gli effetti cardiovascolari dell'alcol sono ben conosciuti. Molti ricercatori hanno parlato sia di quelli benefici, legati al consumo moderato (proprietà antiossidanti ed anti aggreganti), sia di quelli deleteri (miocardiopatia dilatativa)associati ad un uso eccessivo e prolungato.

Il rapporto tra aritmie cardiache e alcol venne descritto all'inizio degli anni 70. Nel 1978 Philip Ettiger parlò per la prima volta di Holiday Heart Syndrome descrivendo gli effetti pro-aritmici (spesso con comparsa di fibrillazione atriale) in persone sane poco dopo un'ubriacatura.
Questo fenomeno, un tempo abbastanza raro, è diventato, purtroppo, quasi routinario. I pronto soccorso dei Paesi occidentali sono diventati frequentemente la tappa finale delle serate di ragazzini e ragazzine. Da qui, l'esigenza, per i ricercatori, di indagare ulteriormente sul rapporto tra cuore e alte dosi di alcol. Qualche mese fa, sull'European Heart Journal, è stato pubblicato un interessante effettuato in occasione dell' October Fest del 2015: il Munich Beer Related Elettrocardiogram Workup Study (Munich Brew). Ricordiamo che durante queste giornate, quest'anno i festeggiamenti si chiuderanno il 3 ottobre, si consumano oltre 7 milioni di litri di birra.
Sono stati arruolati in 3028 (2123 uomini e 905 donne età media 35 anni) e studiati durante una delle giornate della festa. Tutti sottoposti ad elettrocardiogramma con smartphone, ad alcol test e all'esame della concentrazione di alcol nel respiro. È stato anche somministrato un questionario per valutare le abitudini di vita e le eventuali malattie.

I DISTURBI
Gran parte dei partecipanti non aveva una storia di patologie cardiache mentre il 5.8% soffriva di disturbi cardiaci. Il 6.1%, infine, prendeva almeno una medicina per malattie di altri organi.
Il tasso alcolemico medio era di 0.85 g/Kg. L'alcolemia è considerata nella norma se risulta inferiore a 0.50 g/kg .
Il 30.5% dei partecipanti registrava aritmie nel tracciato e nel 5.8% dei soggetti extrasistole importanti o fibrillazione atriale. La presenza delle aritmie, ed in particolare della fibrillazione atriale, era in correlazione con l'aumentare dell'indice alcolemico.

SISTEMA NERVOSO
L'alcol, dunque, anche in persone sane rischia di avere effetti deleteri: può indurre prolungamento nella conduzione dell'impulso elettrico cardiaco e aumentare l'attività del sistema nervoso simpatico. Condizioni che incrementano il rilascio di adrenalina e noradrenalina (aumento aritmie cardiache).
L'importanza di questo studio è nella dimostrazione che una somministrazione di alcol in quantità eccessiva, sia pure per breve tempo ed in soggetti apparentemente sani, può avere effetti deleteri anche sul cuore.

L'autore è direttore di Cardiologia intensiva al Policlinico A.Gemelli-Università Cattolica

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