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Sarà «mediamente cattiva». Gli epidemiologi, per disegnare il profilo dell'influenza in arrivo, sintetizzano così. E non è poco. Parlano di un'ondata epidemica non troppo aggressiva, molto simile a quella passata. Anche se la composizione del vaccino, come annuncia l'Agenzia italiana del farmaco, sarà leggermente diversa. Perché l'Organizzazione mondiale della sanità ha raccomandato di aggiungere una nuova variante del virus AH1N1, detta Michigan.

Un solo virus nuovo in circolazione, dunque, gli altri saranno gli stessi del 2016/17, cioè l'H3N2, e i B Brisbane e Phuket. Quattro in tutto. «Prevediamo che dall'autunno alla primavera si ammaleranno circa cinque milioni di italiani - spiega Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore del dipartimento di Scienze Biomediche per la salute dell'università di Milano - I virus individuati sono quelli che hanno contato più casi in Australia. Dove l'inverno è appena finito». L'esperienza degli altri Paesi permette di fare le previsioni sia sul numero dei contagi sia sull'intensità dell'infezione. Lì la diffusione della malattia è stata estesa, secondo i rapporti degli epidemiologi australiani, ma non ha destato allarme. Non particolarmente grave, dunque. Sulla base di questi dati anche da noi, teoricamente, dovrebbe essere così. Una variabile sarà il meteo: la stagione più o meno rigida determina, infatti, l'estensione del contagio. Se l'inverno dovesse essere freddo, sicuramente si avranno molti più pazienti colpiti. Se, al contrario, il clima dovesse essere più mite, saranno i virus parainfluenzali ad avere il sopravvento. Tuttavia, a parlare è Caterina Rizzo epidemiologa dell'Istituto «fare delle previsioni è sempre molto difficile perché il virus è imprevedibile e può trasformarsi in qualcosa di diverso». Sono diversi i fattori che possono portare ad un quadro diverso da quello che viene disegnato a settembre.

GLI SBALZI
I parainfluenzali hanno già cominciato a circolare e a mettere a letto. Oltre alla febbre (non troppo alta), mal di gola, naso chiuso, tosse. In una forma viene coinvolto anche l'apparato gastrointestinale. «In questo settembre dal clima ballerino - aggiunge Pregliasco - quello che vediamo è un incremento delle sindromi parainfluenzali, tra i 60 e gli 80mila casi solo nell'ultima settimana. Colpa degli sbalzi di temperatura che facilitano la circolazione dei virus».
L'anno scorso chi ha pagato di più le conseguenze dell'ondata influenzale sono state le persone fragili e a rischio. Dai cardiopatici agli immunodepressi. In particolare anziani. La quota dei vaccinati, tra gli over 65 e chi ha patologie particolari che con l'influenza potrebbero aggravarsi, in nessuna regione ha raggiunto la soglia di copertura minima del 75%. L'altra stagione, sono dati dell'Istituto superiore di sanità, l'epidemia ha colpito circa 5,5 milioni di persone.

LA PROFILASSI
Le preoccupazioni, in questo momento, si concentrano sul vaccino. Negli ultimi anni, per motivi diversi (anche allarmi ingiustificati), c'è stata una caduta verticale della profilassi. Secondo un'indagine di Assosalute, l'Associazione farmaci da automedicazione, gli anziani protetti sono oggi il 45% di quelli che ne avrebbero bisogno. La copertura anti-influenzale, perché dedicata soprattutto ad una fascia di popolazione adulta, non è stata sfiorata dalla diffidenza. La campagna inizierà a metà ottobre.
Quest'anno i virus protagonisti sono 4, dunque, ma la raccomandazione dell'Oms per la realizzazione di un vaccino quadrivalente non è stata molto seguita. Pregliasco raccomanda il quadrivalente per bambini ed adulti mentre il trivalente «può essere sufficiente per gli anziani che hanno già incontrato più volte i virus e hanno, quindi, in genere sintomi più attenuati». La vera influenza, dovrebbe arrivare alla fine di novembre, si presenta con febbre alta (oltre 38), dolori articolari e sintomi respiratori. «Resta il fatto - ricorda Pregliasco - che gli anziani dovrebbero vaccinarsi soprattutto se hanno problemi cardiaci, respiratori come la Bpco, se sono immunodepressi o dializzati».

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