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L’alluce valgo è un disturbo del piede diffuso e curabile solo con la chirurgia come spiega Umberto Alfieri Montrasio Responsabile dell’unità specialistica piede e caviglia dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano.

«L’alluce valgo è una deformità del primo dito del piede caratterizzata dalla deviazione laterale e dalla rotazione in valgo dell’alluce con adduzione e rotazione in varo del primo osso metatarsale. È un disturbo meccanico del piede che compromette la funzionalità dei tessuti molli e delle strutture ossee talvolta sintomatica e altre volte asintomatica».

Il piede non appoggia più nel modo corretto e si va incontro a dolore, gonfiore, arrossamento, movimenti del piede limitati. Non è una deformità congenita «ma se il paziente ha una predisposizione data da fattori anatomici, meccanici (per esempio piede piatto oppure primo osso metatarsale corto), insieme a una famigliarità, ha una possibilità maggiore di sviluppare l’alluce valgo».

Con questo problema ci si nasce e con gli anni si manifesta e si aggrava. Il piede piatto, cioè l’assenza di quella curva naturale della pianta del piede è la principale causa dell’alluce valgo che può insorgere anche a causa dell’artrite reumatoide.

Le donne ne soffrono di più per l’abitudine di portare scarpe alte e strette che costringono il piede in posizioni innaturali. «Le scarpe con i tacchi non sono una causa primitiva dell’alluce valgo, sono un fattore estrinseco che può creare in minor misura l’alluce valgo, ma se associata a fattori di predisposizione aumenta i sintomi e la deformità».

Allora cosa fare? La via è solo chirurgica. «L’intervento è indicato quando insorgono i sintomi e le dita dei piedi si deformano a griffe o a martello. Quando si indossano le scarpe c’è sfregamento e insorgono callosità, ulcere o borsiti». In quest’ultimo caso quello che succede è un’infiammazione della borsa sierosa che contiene l’articolazione.

I tipi di intervento sono tre, tutti effettuati quasi sempre o in day hospital o con una notte di ricovero e un piede alla volta. Continua Montrasio: «C’è l’intervento tradizionale di osteotomia correttiva che prevede una piccola incisione mediale alla prima testa metatarsale (zona volgarmente detta “cipolla”) ove viene effettuata la riduzione della “’cipolla” e il riallineamento dell’alluce e talvolta della falange prossimale con l’inserimento di mezzi di sintesi (viti e fili tra gli altri). La tecnica mininvasiva prevede incisioni ridottissime e l’uso degli stessi strumenti per correggere la deviazione; quella percutanea consiste in piccoli fori attraverso cui il chirurgo inserisce gli strumenti che gli permettono di tagliare l’osso o fresarlo» Dopo l’intervento bisogna indossare una calzatura post operatoria e usare le stampelle per 3-4 settimane. Successivamente e per un mese bisognerà indossare solo scarpe da tennis. La buona notizia è che non è necessaria la fisioterapia.

L’uso di separatori per correggere il piede, sebbene possano sembrare una semplice soluzione, lo sono solo se personalizzati. «Il separatore talvolta altera l’articolazione del secondo dito che subisce una spinta, che dovrebbe invece essere direzionata verso l’alluce. È indicato solo se fatto su misura, per attenuare eventuali problemi quali callosità interdigitali come l’occhio di pernice o nelle fasi iniziali della deformità associato ad altre strategie di prevenzione».

Infatti la prevenzione ad oggi rimane la tecnica più efficace: «Plantari su misura in caso di piedi piatti, scarpe adeguate con un tacco che varia per la donna dai 2 ai 4 centimetri e di 1 centimetro per l’uomo che rispettino l’anatomia del piede; la differenza di altezza di tacco tra uomo e donna è in relazione alle caratteristiche del bacino più largo nella donna, e della curva della colonna vertebrale. È utile consultare subito un podologo - conclude l’esperto - al fine di fare educazione alla prevenzione dell’alluce valgo».

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