Un animale domestico di cui prendersi cura può aiutare le persone sole. Ma, nel caso degli anziani, questi benefici per la salute non rischiano di passare in secondo piano rispetto agli impegni e alle responsabilità che un animale impone? Ebbene, numerosi studi hanno indagato i benefici che l’accudimento di un animale posso portare alle persone anziane in termini di salute fisica e psicologica ed è sempre più chiaro che anche il declino cognitivo dovuto all’età risente positivamente di un quattrozampe in casa.
«Certamente la compagnia di un animale domestico è di grande aiuto: ai motivi di ordine affettivo, molto importanti soprattutto per affrontare il problema della solitudine nelle persone più anziane, si aggiungono anche i benefici derivanti dall’avere un impegno e quindi una serie di faccende da ricordare e svolgere» spiega Giuseppe Alfredo Iannoccari Brain Trainer, docente alla Statale di Milano e presidente dell’associazione Assomensana «Insomma, a livello mentale e cognitivo, la compagnia degli animali da benefici per mantenere la mente allenata e in forma, soprattutto per quanto riguarda le abilità di attenzione, funzioni esecutive (pianificazione, programmazione ed esecuzione di un compito), memoria verbale (i nomi degli alimenti e di tutto ciò che riguarda la cura dell’animale), la memoria prospettica (ricordarsi di fare qualcosa in futuro) e infine la gestione delle emozioni, poiché interagire con un animale che ha schemi comportamentali ed affettivi diversi da quelli umani stimola a gestire diversamente la propria intensità emotiva».
Nel nostro paese, sono circa 60 milioni gli animali domestici in casa, circa 7 milioni di cani e 7,5 milioni di gatti. Animale e anziano è dunque un binomio perfetto: bisogna però sempre prestare attenzione a coniugare i bisogni di entrambi. Una persona molto in là con gli anni potrebbe avrebbe qualche difficoltà a gestire un esuberante cucciolo che necessita di una robusta attività fisica all’aperto. In questo caso, è preferibile decidere di adottare uno dei molti animali già adulti presenti nei canili.
Ma il legame che si instaura con un animale è tale che, oltre alla gioia e alla compagnia, porta anche qualche dolore. Uno studio apparso su Veterinary records, una delle riviste specializzate del British Medical Journal, mostra che prendersi cura del proprio animale malato, considerato un memebro della famiglia, genera gli stessi disturbi di ansia e depressione osservati nei caregivers di pazienti umani.
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