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Ripercorrere il rapporto tra scienza medica e ideologia nazista, passando attraverso le persecuzioni razziali e arrivando fino alla nascita delle linee guida di buona pratica clinica. Questo l'obiettivo della mostra «Medicina e Shoah. Dalle sperimentazioni naziste alla bioetica», che si svolgerà dal 5 febbraio al 24 aprile 2018 presso il Museo dell'Arte Classica dell'Università La Sapienza di Roma. Inserita per il secondo anno negli eventi che accompagnano la Giornata della Memoria, la mostra ricostruisce un pezzo di storia, attraverso la storia della medicina.

Grazie a un ampio repertorio di foto e documenti, ripercorre le origini dell'eugenica e delle politiche razziali del III Reich, incentrando l'attenzione sul ruolo dei medici nel programma di sterminio dei disabili, degli Ebrei e dei Rom. Dedica ampio spazio alle sperimentazioni mediche condotte nei campi di concentramento su soggetti umani, usati come cavie di laboratorio da Josef Mengele. Ma non manca di evidenziare come il processo di Norimberga ai medici nazisti abbia aperto la via alle riflessioni sulle tutele etiche nelle sperimentazioni umane, contribuendo così ad arrivare alle attuali disposizioni sulla bioetica medica e alla pratica del consenso informato. La mostra, curata dalla ricercatrice Silvia Marinozzi, verrà inaugurata il 5 febbraio con un evento a cui parteciperanno anche il Magnifico Rettore Eugenio Gaudio e la presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane (U.C.E.I.), Noemi di Segni.

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