È in continuo aumento e colpisce anche persone che già soffrono di altre patologie, in particolare quelle ad alta componente dolorosa e, per questo, tendono a sottovalutarla. Quando viene vista come una conseguenza della malattia primaria, una sorta di naturale reazione della persona che non sta bene, è considerata quasi meno degna di attenzione. Eppure, la depressione colpisce un paziente reumatico su quattro, un paziente con tumore su sei e il 2% dei diabetici.

CHI SOFFRE ANCHE DI ALTRE PATOLOGIE NON CURA LA DEPRESSIONE

Lo mostrano i dati dell’indagine condotta da Onda Osservatorio nazionale sulla salute della donna in collaborazione di numerose associazioni di pazienti, sulla depressione e la sua relazione con alcune malattie quali tumori, malattie reumatiche e diabete.

L’indagine è stata condotta da un punto di vista quantitativo, su un campione di 240 pazienti, ed è stata eseguita anche una seconda analisi, più qualitativa, con interviste individuali e in profondità su 18 tra caregivers e pazienti con diagnosi di depressione, alcuni con un’altra patologia, oncologica, reumatica o diabete.

Nella maggior parte dei casi, chi soffre «solo» di depressione segue una cura farmacologica (87%), una terapia psicologia (72%) e si rivolge allo psichiatra (83%). Queste cifre cambiano in coloro che soffrono anche di altre patologie: in genere, si rivolgono al medico di base anche per la gestione della depressione, solo 1 su 5 chiede aiuto allo specialista, lo psichiatra, e il 50% segue una cura specifica.

LEGAME TRA DEPRESSIONE E ALTRE MALATTIE

Eppure, la depressione non andrebbe sottovalutata. Non solo perché le conseguenze sulla quotidianità di chi ne soffre sono rilevanti, coinvolgono tutti gli ambiti - sociale, professionale ed economico -, e pesano su familiari e persone care. Ma anche perché «la biologia dei disturbi dell’umore è correlata alla biologia delle malattie in un processo causale reciproco e circolare» spiega Claudio Mencacci, Direttore Dipartimento Salute mentale e Neuroscienze ASST Fatebenefratelli Sacco.

«La depressione ha un effetto biunivoco: aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, diabete, patologie urologiche, oncologiche, pneumologiche e neurologiche, in quanto anticipa e peggiora il decadimento cognitivo». Inoltre, «chi soffre di queste patologie è a sua volta più esposto al rischio di soffrire di depressione che ne peggiora gli esiti».

UNA PATOLOGIA IN AUMENTO

Vi è poi una certa refrattarietà alla cura della depressione da parte dello stesso paziente, che teme di sviluppare dipendenza dai farmaci (per oltre il 40%) o che rifiuta di assumere il ulteriori farmaci oltre a quelli che prende per la malattia primaria (26%). Sottodiagnosticata e sottotrattata, a volte non riconosciuta neppure da chi ne soffre, la depressione colpisce 322 milioni di persone nel mondo, con un aumento del 18,4% in un decennio, crescita che ha interessato in particolare le donne e i più giovani. «Quando è in comorbidità con altre patologie, l’abbassamento dell’umore non deve essere considerato una semplice reazione fisiologica, ma è un processo parallelo a quello della depressione» ribadisce il professor Mencacci.

PRENDERSI CURA ANCHE DEI FAMILIARI

«La depressione è una malattia che condiziona completamente l’esistenza sia delle persone che ne soffrono sia di coloro che se ne prendono cura», spiega Francesca Merzagora, presidente di Onda. «Secondo gli intervistati sintomi quali tristezza (75%), pensieri negativi (72%), perdita di interesse nel fare le cose (65%), di energia (62%) e un senso di solitudine da cui è difficile trovare sollievo (60%) sono quelli che maggiormente incidono sulla qualità di vita.

La tristezza e la solitudine a volte è talmente forte e la percezione del futuro è così negativa che oltre 1 persona malata di depressione su 2 dichiara di aver avuto pensieri suicidari, tra questi 1 su 4 tre o quattro volte nell’ultimo mese. Anche i familiari e coloro che si prendono cura della persona depressa si trovano a vivere e soprattutto subire una situazione molto pesante nella quale tutte le energie sono concentrate sul malato».

Anche le risorse di chi vive accanto ad una persona depressa vengono dedicate alla malattia, con delle conseguenze che includono un’alterazione del rapporto e, nel caso di coppie, fino alla rottura del rapporto. Solo raramente il familiare riesce a costruirsi o a mantenere una vita indipendente da quella del proprio caro depresso. Per questo, conclude Francesca Merzagora, è «fondamentale non tralasciare chi si prende cura del malato offrendo un supporto emotivo e concreto. La depressione, così come le principali malattie femminili saranno affrontate a settembre nel primo Congresso scientifico di Onda a Milano».


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