Di polmonite si muore sia nei Paesi ricchi sia in quelli poveri, per questo è necessario parlarne. Il 12 novembre di ogni anno ricorre il World Pneumonia Day

Una polmonite è un’infezione del polmone che può instaurarsi su base batterica, virale o fungina. Quando un’infezione, al di là dell’agente che la sostiene, arriva a interessare il polmone e a infettare gli alveoli polmonari, determina l’instaurarsi di un quadro grave, che lo è ancora di più se colpisce in età pediatrica o quando il sistema immunitario è particolarmente debole e non riesce, di conseguenza, a far fronte a una malattia che compromette in maniera importante la respirazione.

Il rapporto di Save The Children

Un recente rapporto di Save The Children ha rivelato come ogni anno muoiano a causa della polmonite 1 milione di persone: 4 su 5 sono bambini di età inferiore ai 2 anni.

«L’UNICEF ha stimato circa 2500 decessi di bambini ogni giorno a causa della polmonite, come pure WHO (World Health Organization) stima che il 16% dei decessi infantili sotto i 5 anni sia dovuto sempre a questa infezione- rileva il professor Carlo Agostini immunologo clinico dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Padova e Treviso che precisa anche- La malattia generalmente è sostenuta da Streptococcus pneumoniae, il principale responsabile delle infezioni nei bambini con meno di 5 anni e dal batterio Haemophilus influenzae type b (Hib).

È anche vero, però che la disponibilità di un vaccino sicuro ed efficace in grado di prevenire le patologie da pneumococco nel bambino, significa poter prevenire efficacemente la condizione, un fattore fondamentale, in un momento storico contraddistinto dal fenomeno dall’antibiotico-resistenza. La polmonite, inoltre, rappresenta anche un problema economico di non poco conto, se si pensa che nel 2015 per la somministrazione di antibiotici e per la diagnostica della malattia sono stati spesi 109 milioni di dollari».

Dove la situazione è più preoccupante

Dai dati a disposizione emerge come la polmonite mieta vittime soprattutto in Asia meridionale, Africa Subsahariana, India, Nigeria, Pakistan, Repubblica Democratica del Congo ed Etiopia; i bambini soccombono sia a causa dell’indisponibilità di una rete vaccinale adeguata sia perché il loro sistema immunitario è spesso fortemente debilitato da malnutrizione e insufficiente allattamento al seno.

A tal proposito il professor Agostini commenta: «La malnutrizione grave aumenta di 4 volte il rischio di morire a causa della polmonite, rispetto a quanto succede in un bambino nutrito adeguatamente. Non a caso nel rapporto di Save the Children si sottolinea proprio come la malnutrizione nella sua forma acuta colpisca, a oggi, 52milioni di minori dotto i 5 anni e riguardi, nella forma cronica, 155 milioni di bambini. È bene porre l’accento su come il rischio di sviluppare malattie invasive da pneumococco sia ancora più forte nei bambini affetti da alcune condizioni morbose come l’infezione da HIV o le immuno deficienze congenite, in questi casi il rischio polmonite può aumentare dalle 20 alle 200 volte rispetto al rischio riscontrato in un bambino sano». Come pure non si può non sottolineare come l’abitudine di lavarsi le mani con acqua e sapone sia una pratica capace di ridurre l’incidenza di polmonite del 23%, ma tale gesto nei Paesi in via di sviluppo non è affatto così scontato e diffuso.

La situazione in Italia

Per quanto riguarda l’incidenza di polmonite in Italia i dati a riguardo non sono molto aggiornati: nel 2010, ultimo anno per cui si dispone di cifre certe, sono stati segnalati 136mila ricoveri per polmonite e per quasi la metà dei casi sono state segnalate complicanze. La polmonite è un’infezione contratta non solo dai bambini, ma anche dagli anziani per cui questa malattia rappresenta una delle più frequenti cause di morte.

L’infezione, inoltre, è più ricorrente in alcune categorie di pazienti quali fumatori, quelli con BPCO (Broncopneumopatia cronico-ostruttiva), asma, fibrosi cistica, malattie cardiache, renali ed epatiche. «Da quest’anno, per tutti gli over 65 viene offerta, gratuitamente, la possibilità di usufruire del vaccino antipneumococcico- chiarisce ancora il professor Agostini- Nell’anziano, infatti, a causa della scarsa efficienze delle difese immunitarie, associata sia a un fisiologico calo funzionale dell’età, ma anche alla presenza di patologie che lo indeboliscono come quelle cardiovascolari, respiratorie, al diabete, all’assunzione in maniera cronica di farmaci quali i cortisonici, il Pneumococco arriva ad essere responsabile di circa il 60% delle polmoniti e un anziano su tre non è consapevole che di polmonite, purtroppo, si può morire. Per questo - conclude il professor Agostini- è bene sapere che di polmonite ci si può ammalare tutto l’anno, non solo d’inverno e in concomitanza con la diffusione dei virus influenzali, per questo ogni momento è buono per scegliere di vaccinarsi».


Alcuni diritti riservati.

vai all'articolo originale >>