Il dato ammette poche repliche: le persone che soffrono di disturbo bipolare arrivano ad una diagnosi certa mediamente sei anni dopo l’insorgenza dei primi sintomi. Come colmare questo gap? Secondo il progetto RADAR-CNS (Remote assessment of disease and relapse – Central Nervous System) finanziato dall’Unione Europea, nato nel 2016 e composto da oltre 20 centri di ricerca internazionale, la soluzione potrebbe essere nello smartphone.

«Nel disturbo bipolare i primi trattamenti specifici sono assolutamente necessari in quanto il disturbo tuttavia può essere ottimamente trattato se diagnosticato in maniera appropriata. Gli studi effettuati nell’ambito di Radar hanno dimostrato per la prima volta questo intervallo dei sei anni, che è dannosissimo, potrebbe essere colmato grazie alla tecnologia» spiega il professor Giovanni De Girolamo dell’Irccs Fatebenefratelli di Brescia, una delle realtà coinvolte nel progetto.

Il programma di ricerca Radar-Cns sta infatti esplorando il potenziale dei «dispositivi portatili» (come smartphone e braccialetti elettronici) nel prevenire e curare malattie come il disturbo bipolare, la depressione, la sclerosi multipla e l’epilessia. Si tratta di un progetto volto a monitorare i sintomi e la qualità della vita dei pazienti, quindi anche a calibrare meglio i trattamenti, attraverso strumenti di valutazione continui che agiscono in ‘remoto’ (ossia a distanza dal centro clinico o dallo studio del medico), come smartphone e dispositivi indossabili: questi consentiranno di ottenere un quadro completo, ed in tempo reale, delle condizioni del paziente ad un livello di dettaglio in precedenza irraggiungibile. Inoltre, questo tipo di monitoraggio potrebbe far sì che il trattamento inizi prima che il quadro clinico del paziente si aggravi, prevenendo le ricadute o evitando che il paziente attenda un peggioramento delle proprie condizioni di salute prima di cercare un consulto medico.

Nel caso del disturbo bipolare gli scienziati, come già sta avvenendo in progetti simili che si svolgono negli Stati Uniti, grazie ad un’app dedicata monitoreranno gli stati d’animo attraverso l’analisi vocale. I sottoli cambiamenti percepiti potrebbero essere utilizzati come campanelli d’allarme. Ma le novità non finiscono qui perché grazie ai dispositivi indossabili –come quelli che monitorano lo stato del sonno, sarà forse possibile arrivare in tempi brevi anche ad una diagnosi precoce di depressione. Un progetto ambizioso che durerà sino al 2021.


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