Troppi energy drink in un lasso di tempo ristretto possono mettere a repentaglio la salute del fegato. Lo affermano gli esperti dell’università della Florida, che hanno descritto sulla rivista «Bmj Case Reports» il caso di un uomo ricoverato con un’epatite acuta dopo aver consumato 4-5 lattine al giorno per tre settimane.

L’ECCESSO DI NIACINA ALLA BASE DELL’EPATITE ACUTA

Il paziente, un muratore di cinquant’anni, ha sviluppato anoressia e dolori addominali prima della nausea e del vomito. Sintomi che, in prima battuta, sono stati attribuiti a una banale influenza. Ma che, una volta raggiunto il più vicino ospedale, hanno messo in allerta i medici a causa di un’itterizia diffusa, dovuta all’innalzamento dei livelli di bilirubina nel sangue.

Da una biopsia del fegato, effettuata dopo aver riscontrato la presenza di valori delle transaminasi fuori dalla norma, è giunta la conferma. Un’epatite acuta era in corso, secondo gli specialisti dovuta all’eccesso di niacina (vitamina B3) assunta, come dichiarato dal paziente, nelle precedenti tre settimane attraverso gli energy drink. Il consumo giornaliero stimato è risultato pari a circa 200 milligrammi: ovvero la sommatoria del contenuto di cinque lattine. Il limite giornaliero raccomandato è invece pari a venti grammi: ovvero la metà del contenuto di una sola confezione di bevande energizzanti. Sono bastati tre giorni di «separazione forzata» dagli energy drink per far svanire i sintomi e riavvicinare progressivamente gli indicatori della salute epatica verso gli intervalli di normalità.

UN PRECEDENTE DESCRITTO GIÀ NEL 2011

L’indice è stato puntato contro l’eccessivo consumo di energy drink, dopo aver appurato che fino a quel momento l’uomo aveva goduto di buona salute, non aveva registrato particolari eccessi nella dieta e nel consumo di bevande alcoliche né aveva assunto droghe o farmaci senza l’indicazione del proprio medico. Dall’analisi della sua famiglia non sono emersi nemmeno precedenti malattie epatiche tra i parenti più vicini. Preoccupazione è emersa dalle parole dei ricercatori, secondo cui circa la metà dei cedimenti del fegato negli Stati sono dovuti all’utilizzo di supplementi dietetici, spesso mascherati come preparati «naturali».

«Con il mercato degli energy drink in continua espansione - scrivono gli autori nelle conclusioni - i consumatori dovrebbero essere coscienti dei potenziali rischi dei singoli ingredienti. Vitamine e altri nutrienti, come la niacina, sono presenti in quantità che eccedono le dosi raccomandate quotidiane, portando a rischi di accumulazione e tossicità».

Un altro caso analogo era stato descritto nel 2011, sempre sulla stessa rivista: in quel caso a sviluppare un’epatite acuta era stata una ragazza di 22 anni, che per diversi giorni aveva assunto 300 milligrammi di niacina a cadenza quotidiana.

PERCHÉ È MEGLIO FARE A MENO DEGLI ENERGY DRINK

Le maggiori preoccupazioni, soprattutto per la salute cardiovascolare, sono legate all’apporto di zuccheri e caffeina, oltre che all’effetto combinato con le bevande alcoliche. Gli energy drink andrebbero banditi dalla dieta dei bambini e usati con estrema cautela anche da parte degli adolescenti, che invece spesso sono i maggiori assuntori: soprattutto nell’abbinata con le bevande alcoliche.

«Il consumo combinato è associato a un più rapido assorbimento dell’alcol a livello del piccolo intestino e dello svuotamento gastrico, che determinano un aumento dell’alcolemia - sostiene Gian Vincenzo Zuccotti, direttore del dipartimento di pediatria all’ospedale dei bambini Buzzi e ordinario all’Università Statale di Milano -. In questi casi si può avere il mascheramento degli effetti depressivi dell’alcol che porta il consumatore a sottovalutare il proprio stato di ebbrezza e a esporsi maggiormente a eventi traumatici, violenti o incidenti alla guida. L’elevato contenuto di zuccheri degli energy drink si associa a un potenziale cariogeno ed erosivo a livello dentale».

Twitter @fabioditodaro


Alcuni diritti riservati.

vai all'articolo originale >>