Due delle 3 donne avevano letto del presunto studio su ClinicalTrials.gov, il sito gestito dalla Us National Library of Medicine dei National Institutes of Health. Ma la solidità scientifica di quanto inserito sul portale non viene completamente valutata, avverte l'oftalmologo Jeffrey Goldberg della Stanford University School of Medicine, co-autore dell'articolo sul 'Nejm' insieme al collega Thomas Albini dell'università di Miami, dove 2 delle 3 donne sono state trattate per i danni successivi alle iniezioni di staminali. Benché la 'falsa sperimentazionè risulti ancora visibile sul sito, si precisa che «lo studio è stato ritirato prima dell'arruolamento». E la clinica in questione, che non viene citata per nome, pur continuando ad assistere non sta più effettuando il trattamento sotto accusa. Sulla vicenda è stata allertata l'agenzia regolatoria americana Food and Drug Administration. Tuttavia la Fda, secondo quanto si ipotizza nel paper, con ogni probabilità non è stata chiamata ad approvare la procedura perché si trattava di cellule ritenute «minimamente processate» e non trasferite da un paziente all'altro.
Il caso dovrebbe rappresentare un «richiamo alla consapevolezza per i pazienti, i medici e le agenzie regolatorie - afferma Goldberg - in merito ai rischi di questo tipo di ricerca non sufficientemente regolata e pagata dai pazienti». Gli esperti non negano la speranza rappresentata dai trattamenti a base di staminali in medicina, ma «non ci sono scuse per un trial non disegnato secondo le regole e non supportato da dati preclinici». Il rischio, avvertono, è che pazienti «alla disperata ricerca di una cura» possano cadere in mani sbagliate. Le 3 donne hanno raccontato per esempio che l'intera procedura è durata meno di un'ora e questo è già un campanello d'allarme. Come pure il fatto che siano stati trattati nella stessa seduta entrambi gli occhi. Infine il prezzo: «Non sono a conoscenza di alcuna ricerca legittima, almeno in oftalmologia, in cui il paziente è chiamato a pagare».