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Il loro potere medicamentoso è conosciuto dalla notte dei tempi, si preparano semplicemente e possono essere utili in diverse situazioni; molto utilizzate sono quelle per conciliare il sonno o per i disturbi digestivi. I disturbi del sonno, purtroppo, affliggono da quarto a un terzo della popolazione mondiale. Quale migliore occasione per parlare di rimedi se non la Giornata del Sonno che si celebra oggi 17 marzo.

Non sempre se si soffre di insonnia ci si rivolge al medico, più spesso si ricorre al fai-da-te. In questo senso le tisane, per la loro facilità di preparazione sono molto usate, ma non sono esenti da effetti collaterali, anzi alcune di loro se assunte incautamente insieme agli ipnoinducenti ne possono intensificare gli effetti di sedazione.

La tisana, come suggerisce il nome è un qualcosa che «ti-sana»; testimonianze relative al loro utilizzo risalgono già al 3500-2800 a.C.; esistono raccolte dei medici indiani sulla descrizione delle proprietà medicinali di ben 700 piante datate 400 a.C. «Tecnicamente la tisana è una preparazione estemporanea ottenuta per estrazione con acqua di una pianta sminuzzata o, molto più comunemente, di una miscela di piante.

La tisana si può ottenere per infusione delle specie in acqua bollente(come nel caso del comune tè o della camomilla), lasciando in infusione a fuoco spento per 5-10 minuti, meglio coprendo per non disperdere le sostanze volatili rilasciate dalla droga stessa, oppure per decozione delle specie, quindi mantenendo l’ebollizione per 15-20 minuti, procedimento utile nel caso di droghe coriacee come cortecce o semi» spiega molto efficacemente il dottor Marco Biagi, docente di fitoterapia all’Università degli Studi di Siena e di Modena e Reggio Emilia.

Tisana nell’immaginario collettivo

Ai nostri giorni l’idea di tisana si associa con il relax e il benessere, la sua preparazione è un modo per concedersi una coccola quotidiana e per prendersi un po’ cura di se stessi; non è un caso che sono moltissime le persone che scelgono di prepararla di sera, prima di andare a letto per alleggerire la tensione patita durante la giornata.

Chi si concede una tisana, inoltre, sa bene che potrà godere dei vantaggi delle proprietà delle erbe officinali dalla quale è costituita: a questo riguardo le più utilizzate sono soprattutto quelle per conciliare il sonno, per rilassarsi, per favorire la digestione, per eliminare l’eccesso di aria nello stomaco e sentirsi meno gonfi e soprattutto in inverno, quelle per il benessere delle vie respiratorie per sedare la tosse e liberare il naso chiuso. Ognuna di queste azioni benefiche è possibile in virtù dei principi attivi delle piante contenute in queste tisane.

Semplici da preparare, ma non per questo prive di effetti indesiderati

«Le tisane e il loro utilizzo uniscono la fitoterapia tradizionale con quella moderna e scientifica, perché per quanto semplici e facilmente allestibili hanno un razionale d’uso assolutamente interessante che si basa sull’azione biologica dei principi attivi delle piante che vengono estratte in acqua calda -tiene a precisare ancora il dottor Biagi che ammonisce anche come:«La sapiente miscelazione delle erbe permette di ottenere composizioni gradevoli ed efficaci che si prestano bene ad alleviare piccoli problemi del quotidiano. Attenzione però al fai da te, perché la fitoterapia è sinonimo di naturale, ma non di assoluta mancanza di effetti collaterali, per cui l’erborista e il farmacista, se non il medico, devono essere considerati i riferimenti a cui chiedere consiglio».

Valeriana, Camomilla, Melissa e Biancospino

Per quanto riguarda le tisane che conciliano il sonno, per chi ha problemi di addormentamento o risvegli notturni, le più utili sono sicuramente quelle che vedono fra gli ingredienti principali la radice di valeriana o le infiorescenze della camomilla.

La valeriana veniva utilizzata come sedativo già da Galeno, ma una ampia letteratura clinica e sperimentale oggi ha dimostrato come alcuni dei suoi componenti hanno un meccanismo d’azione molto simile a quello delle benzodiazepine (fra i farmaci di sintesi più usati per favorire il sonno).

Anche per la camomilla l’utilizzazione a fini medici si perde nella notte dei tempi: «L’azione, anche in questo caso, è legata ad un meccanismo benzodiazepino simile- spiega ancora il dottor Biagi- Le foglie di melissa, invece, contengono olio essenziale e derivati cinnamici e il loro utilizzo consente anche di ottenere un effetto positivo sulla sintomatologia ansiosa a livello di stomaco e intestino grazie alla contemporanea attività sedativa e rilassante la muscolatura liscia. Fiori e foglie di biancospino, infine, sono indicati per l’ansia con sintomatologia cardiaca come le palpitazioni; questo perché il biancospino ha effetto sedativo, ma anche efficacia nel ridurre la frequenza cardiaca.

Vista la complessità delle azioni farmacologiche dei principi attivi contenuti nelle specie utilizzate per la preparazione delle tisane è bene ribadire, ancora una volta, come non siano affatto esenti da effetti collaterali: le preparazioni a base di queste specie, infatti, possono potenziare gli effetti sedativi dell’alcol o delle benzodiazepine».

Piante amare e digestive

Molto diffuse sono anche le tisane del dopo pasto per favorire la digestione o l’eliminazione dei fisiologici gas intestinali: di solito contengono le foglie di carciofo, radici o pianta intera di tarassaco, foglie di boldo o la menta piperita; quelle per eliminare i gas intestinali, invece, sono a base di frutti di anice verde e di finocchio. Spesso fra i componenti di queste tisane è presente anche la liquirizia, per lo più per mitigare il sapore delle erbe amare che favoriscono la digestione. È bene ricordare che i principi attivi contenuti nella liquirizia possono determinare un aumento pressorio quando si utilizzano per dosaggi superiori ai 2,5 g di radice; una quantità che di solito non si raggiunge se la liquirizia è usata come edulcolorante, ovvero per correggere il sapore.

Tisane lassative

Sono molto diffuse anche le tisane per favorire la regolarità intestinale: di solito sono a base di frangula o di senna; dovrebbero essere assunte con cautela ed è bene non abusarne, poiché tutte le droghe contenenti antrachinoni, come appunto frangula e senna, per uso prolungato determinano irritazione per l’intestino.

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