MANCHESTER - I sensi di colpa sono alla base della depressione, così come aveva ipotizzato Sigmund Freud.

La conferma è arrivata dai neuropsichiatri della Manchester University. La ricerca, pubblicata su "Archives of General Psychiatry", ha dimostrato che, tramite la risonanza magnetica, hanno dimostrato che, anche in fase di benessere, il cervello delle persone depresse funziona in modo diverso dai soggetti normali.

In pratica, gli studiosi hanno provato come funziona il meccanismo della "rimozione" dei traumi: nei soggetti depressi, sopratutto in quelli con alto livello di odio nei confronti di sé stessi, a differenza che nei soggetti normali, due aree del cervello sembrano funzionare quasi per conto loro senza più sintonia.

Si tratta del circuito limbico, una serie di strutture nervose dove sono elaborate le emozioni, e la corteccia temporale anteriore di destra in cui si ricordano e si analizzano le situazioni sociali che ci riguardano. Sarebbe questa diminuzione del "dialogo" tra queste due strutture del cervello alla base del processo di "rimozione" dei traumi.

Come se, ricordando le teorie freudiane sull'argomento, nella corteccia temporale vi siano impressi quelle ferite psicologiche che il depresso continua a tenere lontane dai circuiti delle emozioni, come fece a suo tempo, per non soccombere all'angoscia.

I neuropsichiatri inglesi hanno esaminato le aree coinvolte nei processi cognitivi del cervello di 25 soggetti con storia di depressione confrontandoli con quelli di 22 soggetti che non avevano mai avuto sintomi del genere. In questo modo hanno individuato le elaborazioni "fuori sintonia" delle due parti del cervello nella maggior parte dei depressi.