MILANO - Secondo una ricerca dell'Istituto Telethon Dulbecco del San Raffaele di Milano, c'è un pezzetto di Dna "impazzito" nei pazienti che hanno una delle varianti più comuni della distrofia muscolare.
La malattia ogni anno colpisce 4.500 persone in Italia e quasi mezzo milione in tutto il mondo. Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista scientifica "Cell", fa luce su una patologia che al momento non aveva un'origine chiara.
Secondo i ricercatori, questa particolare distrofia muscolare (facio-scapolo-omerale) si scatena con un meccanismo "mai visto prima in altre patologie umane".
In pratica, si tratta di un difetto nella regolazione dei geni, che (semplificando molto) aumenta in modo abnorme la produzione di certe proteine.