Gli abitanti di Okinawa possono vantare una notevole longevità: ecco perché la dieta Okinawa è vista come una sorta di elisir di lunga vita. Gli studi svolti nel corso degli anni hanno evidenziato che le popolazioni che vivono nell’isola di Okinawa possono vantare una bassa incidenza di tumori, malattie cardiovascolari e ipercolesterolemia. Tutti questi vantaggi di salute non sono ascrivibili solo alla dieta, ma anche alla capacità degli abitanti dell’isola, in virtù forse anche della posizione geografica, di vivere lontani dallo stress e di svolgere attività fisica. Dieta, attività fisica e capacità di tenere sotto controllo lo stress permette agli abitanti dell’isola una vita longeva.
Una dieta basata sulla densità calorica
La densità calorica per ogni alimento è espressa dal rapporto tra calorie per grammo di cibo. Proprio come per la dieta Mediterranea la dieta Okinawa può essere descritta molto efficacemente con una piramide: alla base vi sono gli alimenti a bassa densità calorica che possono essere assunti in grandi quantità, più si sale più gli alimenti che si incontrano sono da consumare con parsimonia e quelli disposti sulla punta sono da consumare occasionalmente. Alla base della piramide ci sono gli alimenti con una densità calorica inferiore a 0,7: sono quelli che si possono consumare quotidianamente come acqua, te, cetrioli, arance, mele, zucchine, yogurt magro e alghe.
Nel gradino successivo ci sono i cibi con densità calorica compresa fra 0,8 e 1,5, alimenti da assumere con cadenza settimanale come banane, pesce, pasta, legumi e pollame. Gli alimenti con densità calorica compresa fra 1,6 e 3 vengono consumati in quantità minime: si tratta di pesce grasso, carne rossa magra, pizza e gelati. Solo in rare occasioni si consumano alimenti con densità energetica superiore a 3 come biscotti, noci, cioccolato e olio. A ben guardare sono tanti i punti di contatto con la Nostra Dieta Mediterranea, soprattutto per quanto riguarda il consumo di pesce, anche se a Hokinawa si eccede con il consumo di sale, ma si privilegiano cereali integrali, spesso sottovalutati alle nostre latitudini.
«In effetti punti di contatto fra Dieta Giapponese e Mediterranea ve ne sono: ecco perché abbiamo scelto di lasciare le ricerche sulle diete in Giappone, come step finale della nostra attuale attività di ricerca» ci racconta Carlotta Franchi, Capo dell’Unità di Ricerca Farmaco-epidemiologica al Mario Negri di Milano e Coordinatrice Scientifica dell’Italian Institute for Planetary Health – IIPH, frutto dell’unione tra l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e l’Università Cattolica del Sacro Cuore con la partecipazione di Vihtali, spin off dell’Ateneo.
Il progetto
Il progetto al quale collabora anche la dott.ssa Franchi si pone l’obiettivo di identificare i nutrienti che hanno maggiore impatto sulla longevità e sulla salute della popolazione e dei singoli individui.
«Ci stiamo occupando, attualmente, del ruolo della dieta sull'incidenza di demenze e mortalità e di quanto questa influenzi in generale uno stato di invecchiamento in salute. I dati a nostra disposizione ad oggi sono solo italiani, in particolare di alcune zone del Nord Italia».
Gli abitanti di Okinawa possono vantare una notevole longevità: ecco perché la dieta Okinawa è vista come una sorta di elisir di lunga vita. Gli studi svolti nel corso degli anni hanno evidenziato che le popolazioni che vivono nell’isola di Okinawa possono vantare una bassa incidenza di tumori, malattie cardiovascolari e ipercolesterolemia. Tutti questi vantaggi di salute non sono ascrivibili solo alla dieta, ma anche alla capacità degli abitanti dell’isola, in virtù forse anche della posizione geografica, di vivere lontani dallo stress e di svolgere attività fisica. Dieta, attività fisica e capacità di tenere sotto controllo lo stress permette agli abitanti dell’isola una vita longeva.
Una dieta basata sulla densità calorica
La densità calorica per ogni alimento è espressa dal rapporto tra calorie per grammo di cibo. Proprio come per la dieta Mediterranea la dieta Okinawa può essere descritta molto efficacemente con una piramide: alla base vi sono gli alimenti a bassa densità calorica che possono essere assunti in grandi quantità, più si sale più gli alimenti che si incontrano sono da consumare con parsimonia e quelli disposti sulla punta sono da consumare occasionalmente. Alla base della piramide ci sono gli alimenti con una densità calorica inferiore a 0,7: sono quelli che si possono consumare quotidianamente come acqua, te, cetrioli, arance, mele, zucchine, yogurt magro e alghe.
Nel gradino successivo ci sono i cibi con densità calorica compresa fra 0,8 e 1,5, alimenti da assumere con cadenza settimanale come banane, pesce, pasta, legumi e pollame. Gli alimenti con densità calorica compresa fra 1,6 e 3 vengono consumati in quantità minime: si tratta di pesce grasso, carne rossa magra, pizza e gelati. Solo in rare occasioni si consumano alimenti con densità energetica superiore a 3 come biscotti, noci, cioccolato e olio. A ben guardare sono tanti i punti di contatto con la Nostra Dieta Mediterranea, soprattutto per quanto riguarda il consumo di pesce, anche se a Hokinawa si eccede con il consumo di sale, ma si privilegiano cereali integrali, spesso sottovalutati alle nostre latitudini.
«In effetti punti di contatto fra Dieta Giapponese e Mediterranea ve ne sono: ecco perché abbiamo scelto di lasciare le ricerche sulle diete in Giappone, come step finale della nostra attuale attività di ricerca» ci racconta Carlotta Franchi, Capo dell’Unità di Ricerca Farmaco-epidemiologica al Mario Negri di Milano e Coordinatrice Scientifica dell’Italian Institute for Planetary Health – IIPH, frutto dell’unione tra l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e l’Università Cattolica del Sacro Cuore con la partecipazione di Vihtali, spin off dell’Ateneo.
Il progetto
Il progetto al quale collabora anche la dott.ssa Franchi si pone l’obiettivo di identificare i nutrienti che hanno maggiore impatto sulla longevità e sulla salute della popolazione e dei singoli individui.
«Ci stiamo occupando, attualmente, del ruolo della dieta sull'incidenza di demenze e mortalità e di quanto questa influenzi in generale uno stato di invecchiamento in salute. I dati a nostra disposizione ad oggi sono solo italiani, in particolare di alcune zone del Nord Italia».