Lo tsunami diabete preoccupa tutte le agenzie internazionali. Entro il 2045 nel mondo ci saranno 629 milioni le persone con diabete, malattia potenzialmente molto grave che accresce la probabilità di ammalarsi di molte altre patologie cardiovascolari, renali, respiratorie, oncologiche e anche del sistema nervoso periferico e centrale. Grazie alla ricerca, i nuovi farmaci sono tanti e oggi sappiamo che il diabete si può combattere. E soprattutto prevenire. Sulla prevenzione ha deciso di dedicare molto spazio il 54esimo congresso della European Association for the Study of Diabetes (Easd) in corso a Berlino.

IL MODELLO FINLANDIA

«Se finora la prevenzione è stata un fallimento è perché l’abbiamo tutti affrontata in maniera troppo timida o rassegnata. Ma ora possiamo entrare in una fase diversa» spiega il professor Francesco Purrello, presidente della Società italiana di diabetologia (Sid) e ordinario di Medicina Interna all’Università di Catania. Quest’anno la Claude Bernard Medal, una sorta di oscar alla carriera assegnata dall’EASD, è andata al professor Jakko Tuomilehto di Helsinki, che ha mostrato che «la prevenzione è possibile – dice Purrello - E che la Finlandia, paese che aveva un altissimo rischio cardiovascolare, è riuscita a ridurlo del 70% e a invertire la tendenza con interventi negli stili di vita nei soggetti a rischio».

TASSARE BEVANDE ZUCCHERATE E DETASSARE LA PALESTRA

Tuttavia, «oggi mangiare sano e fare sport è diventato un lusso. Su questo si sta aprendo una forbice sociale sulla quale è necessario intervenire, per facilitare i giusti comportamenti senza arrivare a obbligare». Lo ha ribadito anche Stefano del Prato, presidente del Comitato Scientifico della European Foundation for the Study of Diabetes EFSD: «Il diabete è sempre di più una malattia dei poveri. E c’è un evidente gradiente nord –sud. Servono interventi istituzionalizzati perché se non si può obbligare nessuno ad andare in palestra, posso rendere questa scelta più agevole economicamente, detassandola, e lo stesso si potrebbe fare per le scelte alimentari: si pensi alle vending machine, bisognerebbe impedire di esporre certi prodotti in alcuni luoghi». Tanto che, come conferma il Presidente della SID:«Abbiamo aderito a una campagna per un intervento legislativo di tassazione del 20% sulle bevande zuccherate».

PROMUOVERE LA PREVENZIONE COSTA

Questo significa investire risorse in campagne volta ad aumentare l’attività fisica e modificare l’alimentazione, interventi anche modesti ma – sottolinea Purrello - «la cui efficacia in termini di riduzione del rischio di sviluppare il diabete perdurano nel tempo anche in caso di interruzione, a differenza di quando la prevenzione viene effettuata con interventi farmacologici.

La posta in gioco è enorme. Il diabete tipo 2 è una malattia con gravi conseguenze in termini di qualità di vita e di mortalità. Ogni sei secondo c’è un evento legato al diabete (ictus, infarto o altro) eppure spesso il diabete è ancora considerato una malattia lieve. C’è bisogno dell’attenzione di tutti».

TSUNAMI DIABETE

A decretare la gravità estrema della situazione sono i numeri stessi del diabete; nel nostro Paese, secondo i dati ‘Arno diabete 2017’, sarebbero circa 4 milioni gli italiani con diabete. In questa popolazione si registrano ogni anno: 75 mila infarti (uno ogni 7 minuti), 50 mila ictus (uno ogni 10 minuti), 10 mila amputazioni (una ogni 52 minuti). Due diabetici su tre hanno avuto un evento cardiovascolare o sono a rischio di svilupparlo.

Diventa quindi prioritario affrontare questo problema e da Berlino una nuova speranza arriva da una molecola, albiglutide, che si è dimostrata capace di ridurre del 22% le complicanze cardiovascolari nei diabetici di tipo 2 che presentano disturbi cardiaci. Il lavoro è stato coordinato dell’italiano Stefano Del Prato, del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’università di Pisa.

COMBATTERE L’IPOGLICEMIA

«È necessario raggiungere controllo glicemico subito, il prima possibile ma per farlo serve prestare attenzione alla qualità della vita. Altrimenti si perde l’aderenza terapeutica» ha detto Agostino Consoli, presidente eletto della SID. Più della metà dei pazienti non raggiunge un buon controllo glicemico.

Come mostra lo studio “Perception of control” presentato oggi, una delle barriere che impediscono di intensificare il trattamento quando l’insulina basale in combinazione con l’ipoglicemizzante orale non sono più efficaci nel controllo del diabete di tipo 2 è il rischio di ipoglicemie, che consistono in abbassamenti dei livelli dello zucchero nel sangue potenzialmente pericolosi perché gli organi del corpo non ricevono l’energia di cui hanno bisogno. A questo proposito sono state presentate nuove analisi sui dati degli studi Switch 1 e 2 che mostrano come l’insulina degludec garantisca un miglior controllo dell’emoglobina glicata senza accrescere il rischio di ipoglicemie sia nel diabete tipo 1 sia nel diabete tipo 2.

OBIETTIVO: PROTEZIONE CARDIOVASCOLARE

I nuovi farmaci innovativi sono efficaci e hanno anche effetti protettivi sulla funzione renale, effetti sull’apparato cardiovascolare a lungo termine e sulla massa corporea. «La media europea di utilizzo di questi nuovi farmaci di protezione cardio-renale è del 15% e da noi non raggiunge il 5%. Oggi c’è enorme attenzione a contenere i costi delle terapie innovative, ma solo il 7% dei costi sostenuti per il diabete è per i farmaci – ha detto il presidente SID Purrello - Ci auguriamo che questi farmaci vengano usati sempre di più».

In questa direzione di maggior attenzione al cardiovascolare vanno le nuove linee-guida sul trattamento del diabete di tipo 2 condivise dalle due più importanti società scientifiche internazionali nel campo del diabete, l’ADA (American Diabetes Association) e l’EASD (European Association for the Study of Diabetes) che saranno presentate venerdì.

MONDO DIABETE ITALIA

Si conferma anche quest’anno l’eccellenza della diabetologia italiana (al quarto posto come numero di abstract accettati in questo che è diventato il più importante appuntamento di diabetologia, più ancora del congresso americano): delle cinque borse di studio per giovani promesse della diabetologia europea, tre sono andate a degli italiani. Francesca Cinti dell’Università cattolica del Sacro Cuore di Roma, Rocky Strollo del Campus Biomedico di Roma e Domenica Tricò della Scuola Superiore di Sant’Anna.

LE INIZIATIVE

In collaborazione con la Fondazione Novo Nordisk, l’EFSD fornirà un supporto per le attività di ricerca destinato a figure con una posizione non ancora consolidata, garantendo loro un supporto per la ricerca di 100-300.000 l’anno per tre anni consecutivi.

Un’altra grande iniziativa lanciata da EASD insieme a EFSD la coalizione `Forum europeo per il diabete´, che vede come protagonisti medici, staff sanitario, pazienti, aziende e decisori politici, per indirizzare le politiche dei vari paesi ad una maggiore presa in carico del problema diabete.

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