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La vicenda di Manuel Bortuzzo, promessa del nuoto italiano colpito da un proiettile alla spina dorsale che gli ha causato la paralisi degli arti inferiori, ha nuovamente aperto la discussione sulle possibilità che la medicina offre nei casi in cui si verifica una lesione del midollo.

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Oggi ritornare ad avere il controllo dei muscoli delle gambe è possibile solo in alcuni casi di danno parziale. Quando invece il danno è più esteso, al momento non ci sono possibilità. Molto rimane però da scoprire sulla medicina rigenerativa ed è per questo che la ricerca sta tentando di dare risposte anche nei casi di lesioni complete del midollo.

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Che cosa sono le lesioni midollari?

All’interno della colonna vertebrale è contenuto il midollo spinale, un vero e proprio fascio di neuroni che partendo dal cervello porta gli impulsi nervosi ai diversi distretti corporei. Funzionando come una linea ferroviaria ad alta velocità che trasporta messaggi elettrici dal cervello al resto del corpo, eventuali danni -come una lesione- fanno sì che il segnale non vada oltre la “stazione” lesionata. Ecco perché i danni che ne derivano dipendono essenzialmente dalla posizione in cui avviene la lesione e dalla gravità del trauma. Una tetraplegia (incapacità di controllare tutti gli arti) o una paraplegia (la paralisi degli arti inferiori) dipendono dunque dall’altezza a cui avviene il danno. Ad oggi si calcola che nella sola Italia siano oltre mille i nuovi casi all’anno di lesioni midollari.

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Lesioni parziali: i benefici dell’elettrostimolazione

Per ritornare al completo controllo degli arti l’unica soluzione è il ripristino del danno attraverso la formazione di un nuovo fascio di neuroni proprio come avviene con un cavo elettrico. Una vera e propria sfida per la medicina rigenerativa. Ad oggi però sono pochi i casi in cui è possibile fare qualcosa. Tutto nasce dal fatto che il tessuto nervoso è incapace di rigenerarsi autonomamente. Ecco perché nell’uomo un midollo completamente reciso non può essere riparato. Diverso è il caso delle lesioni parziali. In questi frangenti, proprio perché una parte del midollo è integra, è possibile fare qualcosa. E’ questo il caso dell’elettrostimolazione epidurale, una tecnica per rendere il midollo spinale più ricettivo ai pochi messaggi che ancora arrivano dal cervello. Sperimentata da circa 10 anni, l’approccio -in selezionati casi di lesione parziale- ha portato le persone a flettere nuovamente le dita dei piedi, caviglie e ginocchia.

Tornare a camminare grazie alle cellule staminali

Un’altra strada -per ora rappresenta un caso eccezionale- riguarda l’utilizzo delle staminali. Anche in questo caso siamo di fronte a lesioni parziali del midollo. La tecnica prevede l’uso di staminali provenienti dai bulbi olfattivi per cercare di ricostruire la parte danneggiata. Sperimentata con successo in modelli animali con lesioni al midollo spinale, nel 2014 Darek Fidyka -un uomo paralizzato dal 2010 in seguito ad una lesione provocata da una coltellata- è tornato a camminare grazie all’ausilio di un deambulatore. Un caso più unico che raro: il midollo era ancora tenuto insieme da un lembo e c’era una cavità di 8 millimetri recisa dal coltello, le condizioni ideali per provare.

Anticorpi per creare nuovi neuroni

Accanto a questi due approcci la ricerca avanza con l’obbiettivo di trovare nuove possibili soluzioni per recuperare un midollo lesionato. Negli ultimi anni l’attenzione si è concentrata sui meccanismi molecolari che inibiscono la rigenerazione del midollo spinale. Ricerche che hanno portato ad identificare il ruolo di alcune proteine che vengono espresse dai neuroni negli istanti successivi la lesione. Partendo da questa identificazione sono state sviluppate alcune molecole con l’obbiettivo di contrastare l’effetto inibitorio di queste proteine. Una di esse, dopo anni di sperimentazioni in modello animale, verrà sperimentata a breve anche nell’uomo. Per l’Italia parteciperà l’Unità di Neuroriabilitazione e Centro Spinale della Fondazione Santa Lucia Irccs.

@danielebanfi83