A tavola non è più necessario «stare a stecchetto» con i grassi o nascondere la saliera, quando si è anziani. Le dosi consentite di sale e lipidi possono essere infatti un po’ meno risicate di quanto si supponeva in passato, perché l’effetto finale sul rischio cardiovascolare e metabolico non è negativo come si temeva.
A riferirne sono i geriatri italiani, da cui anche le nuove soglie raccomandate per gli over 65. Sono ammessi fino a cinque grammi al giorno di sale e 40-50 grammi di lipidi: meglio se consumati attraverso il pesce o fonti vegetali come l’olio extravergine d’oliva e la frutta a guscio. Quanto alle proteine, resta invariata la raccomandazione di introdurne ogni giorno 1 grammo per ogni chilo di peso corporeo.
Fino a un cucchiaino di sale al giorno
«Le ricerche più recenti indicano che una eccessiva restrizione di sodio può avere effetti negativi sulla resistenza all’insulina, i lipidi nel sangue e l’assetto neuro-ormonale - spiega Raffaele Antonelli Incalzi, ordinario di medicina interna al Campus Biomedico di Roma e presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria -. Si tratta di elementi che possono favorire le malattie cardiovascolari e l’insufficienza cardiaca e che potrebbero perciò controbilanciare le possibili conseguenze positive della riduzione di sale sulla pressione arteriosa». Gli studi segnalano che in uomini e donne over 70, in buona sal ute complessiva, il rischio cardiovascolare più basso possibile è attorno ai tre grammi di sodio al giorno. È come si si avesse di fronte una curva a «U», per cui la probabilità di disturbi cardiovascolari sale sia per quantità inferiori sia per dosi molto elevate di sodio. Peraltro, lo studio italiano «InChianti» ha confermato che livelli troppo bassi di consumo di sodio si associano a un incremento della mortalità, mentre un eccesso non pare altrettanto deleterio. Per tutti questi motivi, in anziani senza particolari condizioni che richiedano uno stretto controllo dell’introito di sodio, oggi si ritiene che non sia più necessario essere troppo rigidi nelle quantità di sale raccomandate agli over 65: va bene fino a un cucchiaino da tè, senza che ciò implichi un peggioramento significativo delle condizioni cardiovascolari né un incremento della mortalità a dieci anni.
Via libera ai grassi (purché sani)
I geriatri sono ora più permissivi anche con i grassi, purché si scelgano quelli giusti. «La dose giornaliera raccomandata di grassi è pari a 40-50 grammi e, se la fonte è vegetale, si può fare il pieno di acidi grassi mono e polinsaturi ottimi per ridurre il rischio cardiovascolare e metabolico - consiglia Antonelli Incalzi -. Anche il pesce, troppo spesso trascurato dalla dieta degli anziani, è una fonte ideale di grassi polinsaturi benefici per il cuore e non solo: un buon apporto di lipidi serve per mantenere una performance cognitiva adeguata ed è perciò utile per rallentare il declino cerebrale». Numerose ricerche hanno dimostrato che avere un buon apporto di acidi grassi polinsaturi è essenziale nella terza età. «L’obiettivo quindi, negli over 65, non deve essere la riduzione dei grassi in assoluto quanto piuttosto la sostituzione dei grassi saturi provenienti dagli alimenti di origine animale con grassi mono e polinsaturi di origine vegetale o dal pesce», conclude l’esperto.
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