L’influenza che dall’inizio dell’anno ha costretto a letto migliaia di italiani non sta avendo ripercussioni soltanto sulla loro salute e sulla produttività lavorativa. A essere messo quasi ko dal virus influenzale è anche il sistema della donazione del sangue. Molti donatori abituali, sia per le basse temperature sia perché magari influenzati o appena ristabiliti, stanno infatti rimandando le visite ai centri trasfusionali. Con il risultato che in molte regioni le scorte di sangue sono agli sgoccioli, al punto da costringere il personale sanitario a rimandare gli interventi non urgenti.
LE SITUAZIONI PIÙ DELICATE IN LAZIO
Come riferisce l’Istituto Superiore di Sanità, le situazioni più delicate si registrano in Lazio, Abruzzo, Toscana, Campania, Basilicata, Liguria, Umbria, Marche, Lazio e Puglia. Non va tanto meglio in Lombardia. A Milano, sia al Policlinico sia al San Raffaele, è toccato anche ai primari tirarsi su le maniche per fornire il proprio contributo. Idem è stato fatto in altri ospedali, dal Piemonte alla Puglia, dove dopo aver contattato i donatori, invitandoli a presentarsi quanto prima al centro trasfusionale più vicino, s’è deciso di partire da medici e infermieri per irrobustire le scorte. La carenza di sangue, sottolineano le associazioni di donatori, può mettere a rischio l’esecuzione di interventi chirurgici e di terapie per pazienti con malattie come la talassemia che necessitano di continue trasfusioni. L’invito per tutti i donatori è contattare l’associazione di appartenenza o il servizio trasfusionale di riferimento per programmare una donazione.
«Le associazioni e federazioni dei donatori di sangue devono intensificare la chiamata dei donatori periodici e associati sulla base di quanto concordato con le Strutture Regionali di Coordinamento attraverso una programmazione straordinaria per cercare di sopperire alle necessità contingenti - dichiara Aldo Ozino Caligaris, portavoce del Coordinamento Interassociativo dei Volontari Italiani del Sangue (Civis) -. È inoltre fondamentale il coinvolgimento di nuovi volontari che possano garantire in maniera costante la disponibilità di emocomponenti, al fine di assicurare la necessaria terapia trasfusionale ai cittadini che ne hanno bisogno».
ESTATE, LA STAGIONE CHE METTE PIÙ A RISCHIO LE SCORTE
L’invito è rivolto anche agli over 65, che ormai da un anno hanno visto prorogare di cinque anni i termini per donare il sangue (previo accertamento delle condizioni di salute) e a chi decide di donare il sangue per la prima volta pur essendo già entrato nella sesta decade di vita. A memoria, è la prima volta che una simile emergenza si verifica durante l’inverno. Pur essendo l’Italia autosufficiente quanto a donazioni e trasfusioni di sangue, è l’estate la stagione che pone più a rischio le scorte. Da qui la necessità di insistere sulle donazioni regolari, piuttosto che sulla corsa in ospedale nei momenti successivi a una tragedia: come accaduto dopo l’incidente ferroviario di Andria e il terremoto che ha colpito il centro Italia. Come fanno sapere dal Centro Nazionale Sangue, «la donazione regolare permette di alimentare con regolarità i depositi e di essere davvero pronti in ogni circostanza».
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