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Stimolare il cervello con onde elettromagnetiche aiuta a sconfiggere l’obesità. Lo ha dimostrato un recente studio realizzato dall’IRCCS Policlinico San Donato e dall’Università degli Studi di Milano. I ricercatori hanno osservato che la stimolazione magnetica transcranica profonda (dTMS) porta benefici al microbiota, il complesso di batteri che popola il nostro intestino, e incide positivamente sull’obesità. I risultati della ricerca sono stati recentemente discussi in Florida, durante il 99esimo Meeting dell’Endocrine Society .

I RISULTATI

Nella ricerca sono state coinvolte 14 persone, pazienti obesi tra i 22 e i 65 anni. Metà di questi sono stati sottoposti tre volte a settimana, per cinque settimane, alla stimolazione magnetica transcranica profonda, indossando una forma di casco per sollecitare diverse parti del cervello. Agli altri sette partecipanti è stata data solamente una stimolazione fittizia.

Finito questo periodo è stato osservato che nel primo gruppo era riscontrabile una diminuzione del 3% del peso corporeo e del 4% della massa grassa rispetto al gruppo di controllo. Ma erano rintracciabili anche miglioramenti nei parametri metabolici e ormonali, legati ad esempio a livelli di glucosio e insulina, e una diversa composizione del microbiota, con la presenza di un maggior numero di batteri con proprietà antinfiammatorie.

«Una delle cause dell’obesità può essere riconosciuta in una composizione sbilanciata del microbiota intestinale che influisce sul cervello causando segnali alterati relativamente alle sensazioni di appetito, sazietà, pienezza» ha commentato il professor Livio Luzi, responsabile dell’Area di Endocrinologia e Malattie Metaboliche dell’IRCCS Policlinico San Donato e autore dello studio.

I BATTERI “BUONI”

L’importanza del microbiota e della sua modulazione tramite dieta o integratori per migliorare le proprie condizioni di salute e contrastare allergie e malattie metaboliche è ormai una conoscenza consolidata. Soprattutto è già stato approfondito il legame che i batteri intestinali hanno con le condizioni di obesità.

Tanto che, secondo alcuni esperti, una cura di questi ultimi è migliore di una dieta.

«Con questo studio abbiamo ulteriormente confermato l’esistenza di un asse intestino‐cervello e, partendo dalla stimolazione cerebrale, abbiamo cercato di sfruttarlo per fornire una terapia innovativa dell’obesità, sicura e soprattutto non invasiva» ha concluso il professor Luzi.

Un legame intestino-cervello molto forte, che in passato ha portato alcune ricerche a riscontrare l’influenza degli stessi batteri su alcune funzioni cerebrali.

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