La settimana mondiale delle vaccinazioni, appena conclusasi, ha fatto registrare una notizia incoraggiante: l’avvio del primo programma di vaccinazione contro la malaria.
In Malawi, Paese scelto per dare il la a una campagna che nei prossimi mesi toccherà comunque pure il Ghana e il Kenya, i primi vaccinati nei giorni scorsi sono stati i bambini con meno di due anni. Ovvero: le vittime più frequenti provocate dalla malattia, che ogni anno provoca 435mila vittime (di cui oltre 250mila bambini). L’antidoto scelto è l’«Rts,s» («Mosquirix il nome commerciale»), l’unico vaccino rivelatosi efficace nella riduzione dell’impatto della malaria sui bambini. Il farmaco, negli studi condotti al culmine di una sperimentazione durata quasi trent’anni, s’è rivelato in grado di ridurre fino al 40 per cento i contagi in età pediatrica.
Il passo decisivo verso la sconfitta della malaria?
«Si tratta di un momento storico: è la prima volta che parte un programma di vaccinazione pilota contro la malaria», sono le parole usate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per commentare la notizia. Si è partiti dall’Africa non a caso, dal momento che è la zona della Terra più colpita dalla malaria, trasmessa da una specie di zanzare (del genere Anopheles) con le loro punture. Per il direttore generale dell’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il vaccino contro la malaria «potrebbe salvare la vita a decine di migliaia di bambini.
Negli ultimi 15 anni abbiamo fatto passi in avanti nella lotta alla malaria grazie all’uso delle zanzariere ed altre misure, ma in alcune aree i progressi sono stagnanti e persino diminuiti».
Il progetto - nato da una collaborazione con i ministeri della salute di Ghana, Kenya e Malawi e vari partner nazionali e internazionali, tra cui l’Appropriate Technology for Health (Path - organizzazione non profit), e l’azienda farmaceutica Gsk, che donerà fino a dieci milioni di dosi per questo progetto - mira a raggiungere circa 360mila bambini all’anno nei tre Paesi africani.
Profilassi in quattro dosi
L’esito del programma è cruciale in un contesto di nuova impennata nel numero di casi di malaria registrati in Africa, dopo un decennio di remissione. Quattro le dosi vaccinali previste, da somministrare tra i 5 e i 17 mesi di un bambino. Si valuterà l’adesione delle famiglie, l’eventuale insorgenza di effetti collaterali e la riduzione dei tassi di mortalità dovuti alla malattia: dopodiché si deciderà se estendere la profilassi su larga scala.
Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2017 in Africa si sono registrati 219 mila decessi da malaria: ovvero il novanta per cento del totale dei casi mondiali. «Un vaccino efficace al 90% non è ora all’ordine del giorno - aggiunge Mary Hamel, la coordinatrice del programma di vaccinazione contro la malaria -. Ma oggi questo rimedio dimostra che un vaccino antimalarico può essere fabbricato». L’ipotesi di vedere poco alla volta scomparire la malaria vive un rigurgito di speranza mai così concreta.
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