La prevenzione è un concetto cruciale, tanto per il benessere dei cittadini che per la salute dei conti pubblici; quindi, è necessario aiutare le persone ad adottare quegli stili di vita sani che non ci stanchiamo di raccontare su questa pagine.
Movimento e alimentazione sana sono cruciali per abbassare il più possibile il rischio di sviluppare certe malattie. Tuttavia, di fronte all’inarrestabile e progressiva urbanizzazione (oggi oltre 3 miliardi di persone nel mondo vivono in città metropolitane e megalopoli; nel 2050, i due terzi degli esseri umani abiteranno in un contesto urbano), gli amministratori delle nostre città dovrebbero farsi carico di un bene comune, la salute dei cittadini, attraverso adeguate decisioni e misure. È questo il concetto di promozione della salute, che va oltre la prevenzione e garantisce le condizioni affinché questa si possa realizzare.
LA GIORNATA PER IL BENESSERE DELLE CITTÀ
Tutti gli aspetti del vivere cittadino sono coinvolti: dalla strategia urbana all’aria pulita, dai trasporti al verde cittadino e all’ambiente, dalle attività sportive alla mobilità e per questo, concordano gli esperti, a farsene carico devono essere tutti, decisori politici e amministratori.
«I sindaci sono i primi responsabili della salute dei cittadini. Si tratta di una priorità urgente» ci dice Andrea Lenzi, Presidente del Comitato per la biosicurezza e le biotecnologie della Presidenza del consiglio dei ministri. Proprio ai sindaci si rivolge la prima Giornata nazionale per il benessere nelle città, che si svolge oggi, organizzata da Health City Institute e Cittadinanzattiva con il patrocinio di Ministero della Salute, ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani e Istituto Superiore di Sanità».
«Una data che cade esattamente a metà dell’anno, al centro, proprio come centrale è per noi questa questione. Quello urbano, infatti, non è più quell’ambiente salubre che un tempo veniva preferito rispetto alle campagne. Oggi è diventato, soprattutto le megalopoli e i grandi agglomerato urbani del nostro paese, un ambiente patogeno, nocivo e rischioso per la salute» dice Lenzi. In città, poi, aumentano le cattive abitudini (cibo non sano, sedentarietà, consumo di alcolici e fumo) con il conseguente aumento delle malattie croniche non trasmissibili. Secondo le proiezioni, nel 2025 nel mondo ci saranno 2,7 miliardi di persone obese e sovrappeso.
CRITICITÀ CITTADINE: SERVIZI E AMBIENTI URBANI SALUTARI
Ci sono dei problemi specifici delle grandi città, che riguardano la mobilità e l’architettura urbana, ma anche i servizi, come la raccolta dei rifiuti e una mobilità funzionante, l’aria pulita e lo smog. Perché, se il fumo è un comportamento individuale da arginare per i danni che provoca, lo smog non si può spegnere nel posacenere: è un killer invisibile che riguarda tutti. Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, la pessima qualità dell’aria causa, solo in Italia, quasi 90 mila morti l’anno. Servono misure efficaci. Come già Lancet si chiedeva l’agosto scorso, facendo la conta dei decessi dovuti all’aria inquinata che siamo costretti a respirare.
PIANIFICAZIONE URBANA E SOCIALIZZAZIONE
I sindaci e i decisori, cui si rivolgono gli organizzatori della giornata di oggi, devono farsi carico del contesto urbano e sociale in cui risiedono i loro cittadini. Gli esempi virtuosi in Europa non mancano e possono essere imitati. Quello sui cui converrebbe concentrarsi immediatamente, secondo Lenzi, sono i due grandi aspetti sui quali finora si è fallito: «La pianificazione degli agglomerati urbani e le loro architetture, non pensate per l’umanizzazione delle città, andrebbero ridisegnate a misura d’uomo con spazi che diano la possibilità di uscire, di incontrarsi e di svolgere attività fisica» dice Lenzi. Secondo, «promuovere progetti che stimolino la creatività umana, come gli “Orti della salute”, laboratori che abbiamo organizzato con gli agricoltori, incentrati sulla promozione dei corretti stili di vita».
RENDERE I CIBI SANI PIÙ DISPONIBILI E APPETIBILI E A PREZZI ACCESSIBILI
Sappiamo quanto sia difficile cambiare i comportamenti delle persone. Parlare di nutrizione è importante, così come insegnare al cittadino cosa scegliere per la propria salute. Secondo le agenzie internazionali, l’azione sui consumatori non basta, anche andare oltre, per non lasciare l’individuo da solo a doversi trattenere dall’allungare la mano verso lo scaffale pieno di prodotti zuccherati, grassi, calorici e ultraprocessati.
Perché, dunque, non adottare politiche di regolazione e incentivi pensati a chi quei cibi li produce e li commercializza, intervenendo nella cosiddetta food chain, la catena di produzione del cibo, come già suggerito dall’Oms (vedere ad esempio il report European Food and Nutrition Action Plan 2015–2020 dell’Ufficio regionale Europeo dell’Oms) e dall’Europa (vedere ad esempio l’iniziativa europea di ricerca e innovazione per la sicurezza alimentare e nutrizionale Food2030)? «Sì, tendenzialmente, bisognerebbe fare anche questo» ammette Lenzi, ricordando il «dovere civico» di politici e amministratori.
ATTENZIONE AL DIABETE
Secondo le elaborazioni di Health City Institute su dati ISTAT, il 36 per cento della popolazione italiana risiede nelle 14 Città Metropolitane: Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Bari, Catania, Firenze, Bologna, Venezia, Genova, Messina, Reggio Calabria e Cagliari. In queste 14 città metropolitane, secondo ISTAT, risiede il 52% dei 3.27 milioni di persone con diabete.
Promuovere iniziative per salvaguardare la salute e prevenire la malattia diventa sempre più importante e di questo di discuterà al 3rd Health City Forum in corso oggi a Roma, promosso da Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, Università degli Studi di Roma «Tor Vergata», Health City Institute, Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, I-Com - Istituto per la Competitività e Cities Changing Diabetes, con il patrocinio di Roma e il contributo non condizionato di Novo Nordisk.
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