Poco informati, ma con una certa consapevolezza della propria scarsa conoscenza; disattenti, ma non completamente all’oscuro delle problematiche e dei rischi urologici. È questo il rapporto tra gli uomini e la salute maschile secondo gli urologi italiani, confermata da un’indagine Doxa Pharma, presentata oggi a Milano e realizzata in occasione di «Movember», campagna mondiale che si svolge nel mese di novembre per la sensibilizzazione sulle malattie urologiche, sostenuta in Italia dalla Società Italiana di Urologia SIU e da Jansenn.

TUMORE ALLA PROSTATA

Negli uomini il tumore più diagnosticato è quello della prostata che rappresenta il 18% del totale e colpisce 40mila italiani l’anno. La maggior parte delle diagnosi avviene in età avanzata. I fattori di rischio sono la familiarità e l’età. Gli uomini con un parente stretto, come un padre o un fratello, affetto da carcinoma della prostata hanno un rischio doppio di ammalarsi rispetto alla popolazione generale. Il rischio cresce ulteriormente se in famiglia c’è più di un parente affetto e se la malattia è stata diagnosticata prima dei 65 anni.

DISINFORMAZIONE

La disinformazione maschile è preoccupante perché ricade inevitabilmente sulla prevenzione. «È un grave problema di cultura: il pediatra non se ne occupa, il padre non parla col figlio come la madre parla con la figlia e si può arrivare anche a 30/40 anni senza mai avere fatto una visita – spiega Vincenzo Mirone, professore ordinario di urologia all’Università Federico II di Napoli - Così le diagnosi arrivano tardi, ma ricordo che il tumore alla prostata, questo killer silenzioso e asintomatico, colpisce 36mila persone l’anno e causa 7mila morti, più di quelli causati dagli incidenti stradali».

Per lo specialista serve un’alleanza tra attori diversi (medici, famiglia, scuola e media) per cambiare questa situazione. «Dopo i 45 anni, una volta l’anno va fatto il test del psa, l’esplorazione digito-rettale e l’ecografia».

COSA SANNO GLI ITALIANI?

La risposta è «poco». Una fotografia del maschio italiano over 50 è stata appena realizzata per conto di Jansenn su 350 uomini rappresentativi degli italiani per età, area geografica e stato socioeconomico. «Emerge che un uomo su tre over 50 non è mai andato dall’urologo e 1 su 4 non ha mai effettuato il PSA, con circa il 20% totali degli over 50 che non ha mai fatto né una visita né un esame specialistico» illustra i dati Paola Parenti, vicepresidente di Doxa Pharma, che commenta «negli uomini esiste più una paura della malattia che una reale coscienza del tumore alla prostata».

LE CURE

Eppure «dal cancro alla prostata si può guarire e nel 91% dei casi si sopravvive alla malattia a cinque anni dalla diagnosi», dice Mirone. Oggi i clinici sono capaci di gestire progressioni di malattia anche importanti e casi molto avanzati. Come è successo per altre patologie oncologiche in passato, oggi anche il tumore alla prostata sta vivendo il suo ingresso in una nuova era fatta di terapie più personalizzate e meno invalidanti. Grazie ai progressi della ricerca, anche per questo tumore esistono «terapie che permettono di stabilizzare la malattia a lungo termine, “chemio free”, indicate anche in pazienti con una diagnosi di tumore aggressivo, metastatico già alla diagnosi – aggiunge il professor Mirone – Questi casi che normalmente, fino a oggi, sono stati trattati con ormonoterapia in combinazione a chemioterapia possono essere trattati oggi con questi nuovi agenti terapeutici. È stata ora dimostrata l’efficacia del primo trattamento che combina alla terapia ormonale classica un farmaco orale a domicilio (in particolare l’abiraterone), anche nei pazienti con tumore metastatico già alla diagnosi».

Gli studi effettuati su abiraterone hanno dimostrato una sopravvivenza superiore al 50% dopo 41 mesi di follow-up e una riduzione della mortalità del 36% rispetto al controllo.

LA CAMPAGNA

Secondo la ricerca, sul tema delle cure e della prevenzione i maschi italiani avvertono la necessità di campagne di informazione e sensibilizzazione. Organizzare attività educative di promozione del benessere maschile sul territorio nazionale, promuovendo fra gli uomini di una maggiore consapevolezza sul rischio del tumore alla prostata, è l’obiettivo della campagna «Novembre Azzurro» lanciata da Europa Uomo Italia. Il programma è disponibile nel sito.

«Noi, che stiamo stati promotori di una campagna rivolta agli uomini contro la violenza di genere, questa volta - ha detto Massimo Scaccabarozzi, presidente e amministratore delegato di Janssen Italia - potremmo lanciare un appello alle donne, più informate e più consapevoli dell’importanza della prevenzione, affinché ci aiutino a convincere i maschi a prendersi cura della propria salute».

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