Perché per gli uomini non è possibile ottenere la contraccezione con l’assunzione della pillola come succede nel sesso femminile? Il ciclo riproduttivo maschile e femminile è profondamente differente: mentre per impedire la fecondazione non desiderata nella donna è possibile agire inibendo l’ovulazione, nell’uomo analogo effetto andrebbe ottenuto agendo sul numero, sulla motilità e vitalità degli spermatozoi. Obiettivo non facile da raggiungere. Ecco perché da anni è allo studio come ottenere l’analogo maschile della pillola, il cosiddetto pillolo, ma finora senza risultati definitivi.

Il pillolo

Di recente, durante l’incontro annuale della Endocrine Society a New Orleans, sono stati presentati i test clinici di fase 1 relativamente a un potenziale anticoncezionale maschile, il DMAU (dimetandrolone undecanoato), testato su un campione di 100 uomini sani che ha superato i test di sicurezza e tollerabilità.

«Il farmaco - spiega Andrea Lenzi, Professore Ordinario di Endocrinologia e direttore della sezione di Fisiopatologia medica ed Endocrinologia del dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università La Sapienza di Roma - contiene un androgeno e un progestinico: sfruttando questa associazione è possibile inibire il rilascio delle gonadotropine necessarie per la spermatogenesi senza determinare ipogonadismo, ossia calo dell’ormone maschile».

Nei soggetti partecipanti allo studio il farmaco ha prodotto risposte ormonali coerenti con una contraccezione efficace. Nessuno dei partecipanti ha interrotto il trattamento, durato un mese, a causa di effetti collaterali gravi e non sono stati lamentati neppure un calo importante della libido o disfunzione erettile di rilievo. Il farmaco oggetto di studio richiede dai 60 ai 90 giorni per influenzare in maniera ottimale la produzione di sperma e renderla incapace di ottenere la fecondazione. Lo studio è durato solo un mese, troppo poco dunque, per giungere a conclusioni definitive.

Cosa si può fare per una contraccezione efficace

Oggi per poter contare su una contraccezione sicura ed efficace al maschile si può impedire il passaggio degli spermatozoi verso le vie genitali femminili attraverso l’uso del profilattico, che costituisce l’unico modo per prevenire le infezioni sessualmente trasmesse. Il coito interrotto non offre garanzie: basti pensare che, dati alla mano, si registra una gravidanza in 19 donne su 100 all’anno. Anche l’astinenza periodica, ossia evitare i rapporti sessuali nel periodo di massima fertilità della partner femminile, coincidente con l’ovulazione, ha un elevato tasso di fallimento.

Nuove prospettive

«Quando si parla di contraccezione maschile i principi attivi a cui si sta rivolgendo la ricerca sono vari e vengono divisi in base al meccanismo d’azione – continua il Prof. Andrea Lenzi – La contraccezione ormonale può essere ricercata tramite gli androgeni esogeni, che sopprimono le gonadotropine e bloccano la spermatogenesi. Tuttavia sono necessari dosaggi elevati di androgeni e per lunghi periodi per ottenere un effetto anticoncezionale. Anche l’associazione con farmaci bloccanti il GnRH, seppur efficace, comporta notevoli costi economici e necessita di numerose iniezioni di farmaci».

«In ultimo - aggiunge il Dott. Daniele Gianfrilli, ricercatore presso l’università la Sapienza di Roma - alcuni tentativi sono stati effettuati con approcci che agiscono a livello testicolare interferendo direttamente con gli spermatozoi. Il gossipolo, estratto dalla pianta del cotone, interferisce con i mitocondri degli spermatozoi delle strutture interne allo spermatozoo e fondamentali per la sua funzionalità. Tuttavia tale molecola non sembra scevra da effetti tossici e non è garantita la ripresa della spermatogenesi alla sospensione dell’assunzione. Pertanto, ad oggi, deve essere raccomandato un metodo barriera, ossia l’uso del profilattico, che è l’anticoncezionale maschile più affidabile e protegge dalle infezioni. Almeno in attesa di nuovi studi che possano aprire definitivamente la strada al DMAU».