Il pianto del bambino, quando è difficile da sedare, non si risolve affatto scuotendo il piccolo: questa è invece una pratica che, quando è violenta, è molto pericolosa tanto da costituire una forma di maltrattamento. Le forze generate dal movimento violento compiuto dall’adulto sul piccolo possono essere la causa di traumi fisici e neurologici e, in casi estremi, provocare la morte.

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Si chiama Sindrome da bambino scosso (Shaken Baby Syndrome) e, per sensibilizzare neogenitori e persone che assistono i neonati, Terre des Hommes ha lanciato «Non Scuoterlo!», la prima campagna nazionale per la prevenzione dedicata alla Shaken Baby Syndrome.

«In Italia il fenomeno è ancora poco conosciuto dal grande pubblico e non esiste un database nazionale che raccoglie i casi individuati, ma tutte le strutture ospedaliere più avanzate per la diagnosi precoce del maltrattamento sui bambini ci confermano la necessità di avviare un’ampia azione informativa per la prevenzione di questa sindrome - dichiara Federica Giannotta, Responsabile Advocacy e Programmi Italia di Terre des Hommes - Per questo oggi lanciamo la prima campagna di sensibilizzazione sulla Shaken Baby Syndrome “Non scuoterlo!” con uno spot tv e il sito Nonscuoterlo.it dove è possibile reperire informazioni su quali sono i segnali rivelatori di un bambino che ha subito lo scuotimento, come intervenire e a quali strutture ospedaliere rivolgersi, nonché informazioni e consigli utili in caso di necessità».

«In Italia purtroppo non esistono delle statistiche nazionali sull’incidenza della SBS, ma possiamo ipotizzare che il nostro Paese si allinei ai dati dichiarati negli USA: 30 casi su 100.000 nati l’anno. Il 25% dei bambini con questa sindrome muoiono», dichiara Lucia Romeo, Pediatria Ospedale dei Bambini V. Buzzi di Milano. In Germania il fenomeno colpisce 100/200 bambini l’anno tra i 2 e i 5 mesi ed è stato creato un programma di prevenzione post partum chiamato “Love me never shake me”.

Cosa accade quando il piccolo è scosso violentemente? Lo spiega Melissa Rosa Rizzotto, medico di comunità, Centro Regionale per la Diagnostica del Bambino Maltrattato di Padova: «La testa e il cervello in essa contenuto subiscono forze di accelerazione/decelerazione che provocano danni meccanici ai neuroni e alle fibre nervose, oltre che ai vasi sanguigni intracranici e agli occhi: questo comporta una alterazione immediata di coscienza e funzioni vitali, con difficoltà a respirare e rallentamento del battito. Se questa fase è superata e non sopraggiunge la morte del bambino, si manifestano gradualmente le emorragie cerebrali, spinali e retiniche (da rottura dei vasi) oltre che gli esiti delle sofferenza ipossica acuta del cervello con un grave edema cerebrale e, a distanza di diverse settimane, anche di atrofia del cervello, con la morte dei neuroni che hanno sofferto maggiormente nella fase acuta».

É necessario conoscere i bisogni del piccolo e sapere come rispondere ad un pianto disperato. «Durante il periodo del Purple Crying – fino ai 18 mesi di vita – il pianto del bambino può essere prolungato e poco consolabile, non legato ad un particolare malessere e spesso si presenta di sera. Il picco solitamente è intorno al secondo mese di vita, per poi decrescere riducendosi notevolmente dopo il primo anno», spiega Antonio Urbino, Direttore della S.C. di Pediatria d’Urgenza, Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. Tenere dunque a freno impulsività e rabbia e, di fronte alle urla inconsolabili del lattante, bisogna ricordarsi dei rischi che si possono correre.

Lo spot, con Alessandro Preziosi, ha ricevuto il Patrocinio di Pubblicità Progresso e sarà trasmesso dal 13 al 19 novembre su La Tv della Metropolitana di Milano, Roma e Brescia e su spazi gratuiti messi a disposizione dal circuito Discovery Italia. La campagna si inserisce all’interno di un progetto più ampio, avviato nel 2012, per prevenire le tante e diverse forme di abuso e violenza che vedono come vittime i più piccoli. L’intera campagna si svolge sotto il patrocinio dell’Autorità Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza.


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