Li si vede «smanettare» con quegli aggeggi già nel passeggino, se non in metropolitana o al ristorante. I device tecnologici sono spesso considerati una manna dal cielo per i genitori, soprattutto nelle fasi in cui i bambini sono più concitati.

SVILUPPO COGNITIVO

Ma mettere nelle loro mani smartphone e tablet può essere sì un palliativo per la serata che rischia però di danneggiare i più piccoli. Questo perché «numerose sono le evidenze sulle interazioni con lo sviluppo neurocognitivo, il sonno, la vista, l’udito, le funzioni metaboliche e lo sviluppo emotivo in età evolutiva». Lo hanno messo nero su bianco gli specialisti della Società Italiana di Pediatria in un documento pubblicato sull’«Italian Journal of Pediatrics», in cui si tiene conto delle conclusioni degli studi pubblicati in materia negli ultimi anni. «I bambini tra 0 e 2 anni non dovrebbero mai usare smartphone e tablet» e, discorso valido per i più grandi, «comunque mai durante i pasti e prima di andare a dormire».

NO A SMARTPHONE E TABLET PRIMA DEI 2 ANNI

Quella dei pediatri italiani non è una crociata contro la tecnologia che, in determinate circostanze, «può avere un impatto positivo sull’apprendimento in età prescolare, purché con l’affiancamento dei genitori», è il pensiero di Alberto Villani, responsabile del reparto di pediatria generale e malattie infettive dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma e presidente della Società Italiana di Pediatria.

Ma come specialisti chiamati a prendersi cura dei più piccoli, era ormai improcrastinabile l’appuntamento con una presa di posizione che nasce da una cattiva abitudine diffusa in molte famiglie: non soltanto italiane. I bambini, infatti, cominciano sempre prima a cimentarsi con i dispositivi digitali. In Italia otto su dieci sanno usare il cellulare già nella fascia d’età compresa fra i 3 e i 5 anni.

L’apprendimento è la conseguenza dell’eccessiva permissività da parte dei genitori, se quasi una coppia su tre usa lo smartphone per distrarre il proprio figlio già nel primo anno di vita. E la percentuale raddoppia a partire dal secondo. Da qui la necessità di rendere pubblica una posizione scientifica ufficiale, con la quale informare anche quei genitori ancora inconsapevoli delle insidie legate a un simile atteggiamento.

I GENITORI SONO CHIAMATI A DARE SEMPRE IL BUON ESEMPIO

Nel documento, che esplicita una posizione derivante dalle evidenze scientifiche finora emerse, si suggerisce il divieto assoluto di utilizzo di smartphone, tablet e pc nei primi due anni di vita. Da quel momento fino ai cinque anni, si può far avvicinare un bambino alla tecnologia: per non più di un’ora al giorno.

Si arriva a due, invece, nella fascia d’età compresa tra cinque e otto anni. In ogni situazione, dunque senza tenere conto dell’età, non si dovrebbe comunque utilizzare smartphone e tablet per calmare i bambini né come strumento «pacificatore», a seguito di un litigio.

«È importante porre ai bambini dei limiti e trovare dei modi alternativi per intrattenerli e calmarli - aggiunge Elena Bozzola, pediatra del Bambin Gesù e segretario nazionale della Società Italiana di Pediatria -. È fondamentale inoltre la partecipazione educativa dei genitori all’esperienza digitale dei figli: la tecnologia può essere presente nella vita dei più piccoli, purché la mamma o il papà siano sempre al loro fianco. Ai genitori tocca dare il buon esempio, limitando l’utilizzo dei media device perché i bambini sono grandi imitatori».

RISCHI MA ANCHE OPPORTUNITÀ CON I DISPOSITIVI DIGITALI: I GIOCHI

I media device ostacolano o favoriscono l’apprendimento? Secondo studi recenti, l’uso dei touch screen potrebbe interferire con lo sviluppo cognitivo dei bambini, perché questi hanno bisogno di un’esperienza diretta e concreta con gli oggetti in modo da affinare il pensiero e la capacità di risolvere i problemi.

LE PAROLE CHE SI POSSONO APPRENDERE PRIMA DEI TRE ANNI

Il bambino di età inferiore ai tre anni può apprendere nuove parole attraverso video solo se è presente un genitore che aggiunge altre informazioni durante lo svolgimento delle varie sequenze. L’uso di applicazioni educative ben fatte promuove l’apprendimento nei bambini in età prescolare e nei primi anni delle elementari. Una elevata quantità di tempo speso davanti allo schermo è correlata a scarso profitto in matematica, a bassi livelli di attenzione e anche a minori relazioni sociali con i coetanei.

LE APP PER DISEGNARE. ATTENZIONE AGLI ORARI PER PROTEGGERE IL SONNO Le app per disegnare potrebbero giocare un ruolo positivo nello sviluppo dei bambini e possono essere utilizzate in aggiunta ai tradizionali colori e gessetti in quanto sono sicuri e facili da usare. L’uso dei media device da parte dei bambini può avere effetti positivi solo se ci sono i giusti contenuti e la presenza del genitore.

L’utilizzo di strumenti elettronici durante l’infanzia per più di due ore al giorno è associato ad un aumento del peso corporeo e a problemi comportamentali. Alcune evidenze suggeriscono inoltre che esiste una correlazione tra utilizzo di tablet, cefalea e dolore muscolare (soprattutto a collo e spalle) dovuto alla inappropriata postura. L’uso dei dispositivi multimediali può interferire con la qualità del sonno attraverso le sollecitazioni causate sia da alcuni contenuti stimolanti sia dall’esposizione alla luce dello schermo che può interferire con il ritmo circadiano quando l’esposizione avviene la sera.

Uno studio recente conclude che i bambini di età compresa tra uno e quattro anni che hanno la televisione in camera hanno una peggiore qualità del sonno, più paura del buio, incubi e dialoghi nel sonno.

ATTENZIONE ANCHE ALLA SALUTE DELLA VISTA

L’esposizione a tablet e smartphone può interferire anche con la vista. L’uso continuo dello smartphone può causare il disturbo di secchezza oculare. Pertanto il bambino può avvertire una sensazione di corpo estraneo nell’occhio o bruciore oculare, una sintomatologia del tutto sovrapponibile a quella dell’occhio secco. Per di più gli smartphone sono utilizzati a una distanza ravvicinata a causa del loro piccolo schermo led, inducendo quindi fatica oculare, abbagliamento e irritazione.

Twitter @fabioditodaro


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