Sotto stress si da il meglio o il peggio di sé, ma in ogni caso si avverte una diminuzione del benessere psicologico e di conseguenza anche di quello fisico.

Quando ci si sente bene fisicamente è più probabile che ci senta a posto anche da un punto di vista psicologico: si è inclini a sorridere, al buonumore e a vedere il bicchiere mezzo pieno, mentre quando ci si sente tristi, demoralizzati anche il fisico sembra mettersi a fare le bizze e ci si sente gravati da tanti piccoli disturbi.

D’altra parte, pensateci bene, anche il linguaggio comune rimanda spesso all’intima connessione malessere\benessere fisico- mentale: lo confermano espressioni verbali come «mi ha spezzato il cuore», «sento le farfalle nella pancia», «ho la testa fra le nuvole», «ho un peso sullo stomaco» e via dicendo.

DISTURBI DA SINTOMI SOMATICI E DISTURBI CORRELATI

«Quando si parla di disturbi somatici ci si riferisce a condizioni cliniche in cui i sintomi fisici e la preoccupazione per la loro presenza costituiscono una parte rilevante del quadro clinico» spiega Orsola Gambini Professore Associato di Psichiatria presso l’Università degli Studi di Milano.

«Nella più recente classificazione internazionale (DSM5), i Disturbi da Sintomi Somatici descrivono quadri clinici caratterizzati prevalentemente da sintomi somatici molto disturbanti e/o invalidanti per chi ne è affetto e spesso senza una patologia sottostante. Soffrire di Disturbo da Sintomi Somatici significa avvertire sintomi fisici a carico di differenti distretti corporei a volte ben localizzati e in altri casi più generali, di tipo gastrico, intestinale, cardiaco, respiratorio, sensazione di debolezza o di mancanza di energia, dolori e così via. Pur in assenza di riscontri strumentali significativi, chi denuncia tale condizione avverte una sintomatologia tale, da sviluppare in risposta ansia, tensione, insonnia, irritabilità e difficoltà a concentrarsi» chiarisce ancora Orsola Gambini.

LA RICERCA DI UNA DIAGNOSI A TUTTI I COSTI

È comune in questi pazienti, anche a fronte di un corteo sintomatologico non gravissimo, la tendenza a pensare che si stia sviluppando una malattia che ne mette a repentaglio la stessa esistenza: «Per questi soggetti la preoccupazione per i sintomi somatici è di tale rilevanza da aver bisogno di continue rassicurazioni da parte degli specialisti che consultano, generalmente del tutto insufficienti dal loro punto di vista, tanto da richiedere perciò di sottoporsi a esami strumentali sempre più complessi. Questi pazienti possono essere così tormentati dalla presenza di sintomi aspecifici e di entità clinicamente non significativa, da ricorrere a quello che viene definito come doctor-shopping, nel tentativo di ottenere finalmente una diagnosi di una malattia che non hanno» puntualizza ancora la professoressa Gambini. La loro ricerca di una diagnosi a tutti i costi è giustificata dal fatto che il corteo sintomatologico è effettivamente presente e reale, nient’affatto simulato o finto e di grado tale da comprometterne anche in maniera importante la loro vita di relazione.

DISTURBO DA CONVERSIONE: UN MALESSERE IN ASCESA

Nella pratica clinica è sempre più frequente imbattersi in pazienti che sembrano presentare un quadro riconducibile a un disturbo neurologico con manifestazioni persino epilettiche o impossibilità motorie a un arto salvo poi scoprire come spiega la professoressa Gambini: «Dopo anni di visite e accertamenti ci si trova di fronte a una chiara incompatibilità fra quadro clinico e sintomi neurologici e ci trova a diagnosticare un Disturbo da conversione. Tale diagnosi è possibile solo sulla base di esami obiettivi, clinici e strumentali e tenendo conto della componente cognitiva ovvero del modo in cui il paziente affronta la sintomatologia dalla quale è affetto».

FATTORI PSICOLOGICI CHE CONDIZIONANO ALTRE PATOLOGIE MEDICHE

Questa è una condizione nella quale i sintomi somatici sono strettamente associati agli aspetti psicologici: in pratica è l’ansia che si prova a poter peggiorare un quadro di asma, cefalea o intestino irritabile.

MENTE E CORPO: UNA CONNESSIONE INDISSOLUBILE

Le persone che tendono a somatizzare e che lo fanno soprattutto in risposta a difficoltà emotive, sono restie a riconoscerlo poiché non accettano che il loro modo di reagire alle emozioni, alle difficoltà e allo stress si traduca nello sviluppo di malessere fisici. D’altra parte è giusto sottolineare come più in generale, anche chi non ha la tendenza a somatizzare se sottoposto a traumi e a difficoltà evidenti gode di una minore situazione di benessere fisico e mentale ed è più propenso ad ammalarsi.

STRESS: IMPARARE A GESTIRLO

La ricetta magica per gestire la propria emotività purtroppo non esiste, ma sicuramente imparare ad ascoltarsi, a darsi il tempo di elaborare i propri sentimenti può essere un modo per riconoscere le proprie difficoltà e chiedere aiuto ai professionisti della salute più adeguati per le proprie necessità, in modo da evitare di ricorrere a inutili e dannose terapie fai da te.


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