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In questi giorni ha giustamente creato un grande clamore e ha generato una grande paura la notizia del decesso della maestra di Roma: perchè è morta? Subito si è pensato a un’infezione di meningite da meningococco. La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (cioè le meningi): è infettiva e può essere sostenuta da virus, batteri o anche funghi. La forma virale è quella più comune, mentre quella batterica è la forma più grave che può essere fatale. È bene ricordare che il meningoccoco, uno dei possibili responsabili di meningite batterica abita, normalmente, nella faringe dei cosidetti portatori sani e asintomatici. La meningite può essere sostenuta anche da altri due batteri lo Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e l’ Haemophilus influenzae b (emofilo o Hi); quest’ultimo batterio in particolare, fino agli anni 90 era l’agente eziologico che più spesso causava meningite nei bambini con meno di 5 anni. Da quando è disponibile il vaccino esavalente i casi di meningite dovuti a questo agente si sono ridotti moltissimo.

Cosa può essere successo alla povera maestra romana? Ci aiuta a capire, in base ai dati fin’ora disponibili la dott.ssa Paola Stefanelli, Responsabile Sorveglianza Nazionale delle Malattie Batteriche Invasive dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità): «La menigite è stata causata da un ceppo di Escherichia coli e non da meningococco, così come confermato dal laboratorio del Policlinico Gemelli di Roma. Questi casi sono molto rari. La meningite causata da E.coli viene, a volte, segnalata nei bambini molto piccoli, magari nati prematuri. Non è una forma di meningite contagiosa come quella da meningococco perché non si trasmette tramite le goccioline di saliva che si producono, ad esempio, parlando. Le misure di profilassi tramite antibiotico non sono , quindi, previste per la meningite da E. coli».

L’ Escherichia coli è un batterio che normalmente vive nell’intestino umano, piuttosto pacificamente; spesso è responsabile di infezioni del tratto urinario, diventa capace di indurre meningite solo in rarissimi casi, come purtroppo è successo a Roma, in quest’ultimo caso.

Ricordiamo, infine, che indipendentemente dall’agente batterico che può provocare l’infezione i sintomi tipici della meningite comportano irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidità nucale), febbre alta, mal di testa, vomito o nausea, fotofobia, alterazione del livello di coscienza e convulsioni. In presenza di questi sintomi è indispensabile recarsi immediatamente al pronto soccorso.

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