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Dire di no al fumo significa mettersi al riparo dal rischio di ictus cerebrale che nei fumatori raddoppia. È questo l’appello lanciato da A.L.I.Ce Italia Onlus (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) in occasione del mese della prevenzione dell’ictus cerebrale. Il fumo è il maggiore fattore di rischio delle malattie cardio-cerebrovascolari, dei tumori e delle malattie respiratorie ed è il nemico numero uno di vasi e arterie.

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Nel nostro paese, l’ictus è la terza causa di morte e la prima in assoluto per disabilità a lungo termine. «È un evento improvviso, inatteso e traumatico» afferma la Dottoressa Nicoletta Reale, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Onlus (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale). «Fumare comporta un rischio due volte maggiore di essere colpiti da ictus: i fumatori hanno la probabilità doppia che si verifichi un ictus ischemico e ben quattro volte superiore che si verifichi un ictus emorragico. Più della metà dei fumatori reduci da un ictus riprende il vizio una volta lasciato l’ospedale, ma in questo caso il rischio di morire triplica, arrivando addirittura a quintuplicare se il paziente riprende in mano la sigaretta una settimana dopo la dimissione».

LA RIDUZIONE DEL RISCHIO

Abbandonare la sigaretta porta molti vantaggi, alcuni dei quali si ottengono già dopo poche settimane. Dopo cinque anni, il rischio cerebro-cardiovascolare è simile a quello di chi non ha mai avuto questa cattiva abitudine. Purtroppo, il rischio di tumore persiste nel tempo.

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Per questo è importante non fumare e aiutare le persone, in particolare i giovani che non hanno mai fumato, a non iniziare a fumare. Inoltre, il rischio dovuto all’abitudine al fumo è continuo, pertanto più si fuma e più aumenta il rischio: bastano anche poche o una sola sigaretta al giorno per produrre un rischio che è superiore rispetto a chi non fuma. Si è visto, ad esempio, che il rischio di ictus ischemico cresce all’aumentare del numero di sigarette fumate.

LA NICOTINA

È il nemico numero uno delle arterie, i vasi che portano il sangue ai tessuti: la nicotina viene assorbita dai polmoni, passa nel sangue, provoca la riduzione del lume delle arterie e riduce la circolazione del sangue, fa aumentare la pressione arteriosa e la tachicardia, causa una predisposizione alla formazione di placche ateromasiche e, infine, facilita la formazione di coaguli, che andando in circolo possono danneggiare cuore, cervello, reni e altri organi.

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L’ICTUS CEREBRALE

L’ ictus cerebrale è causato dell’improvvisa ostruzione o rottura di un vaso; il danno alle cellule cerebrali è dovuto rispettivamente all’ischemia, ovvero la mancanza dell’ossigeno e dei nutrimenti portati dal sangue, o alla compressione dovuta all’emorragia. L’ictus è un evento dagli esiti molto spesso gravi: sono un milione gli italiani che vivono con gli esiti invalidanti della malattia.

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È un’emergenza neurologica che va trattata il prima possibile, poiché il tempo trascorso dall’ictus all’intervento terapeutico ha un ruolo decisivo sulla prognosi in termini di mortalità e di disabilità cognitiva e motoria. Senza dimenticare che, accanto alle problematiche acute, l’ictus ha conseguenze di medio e lungo periodo, come ad esempio l’aumentato rischio di demenza.

Oggi si sa che andare incontro ad un ictus significa vedere raddoppiata la probabilità di sviluppare demenza nel decennio successivo e che un terzo dei pazienti presenta un deterioramento cognitivo grave 6 mesi dopo l’evento. In Italia, dove i casi di ictus ischemico, causato dall’improvvisa ostruzione di un vaso cerebrale, sono200mila l’anno, ci sono 50mila nuovi casi di demenza correlati. Con l’invecchiamento della popolazione, poi, aumenteranno i casi di ictus così come quelli del demenza.

ATTENZIONE AI GIOVANI

Secondo l’indagine Health Behaviour in School-aged Children, fuma ben il 14% di coloro che hanno soltanto 15 anni: il fumo negli adolescenti ha conseguenze immediate e a lungo termine. Uno dei più significativi effetti dell’abitudine al fumo è la dipendenza da nicotina, problema che induce i giovani a fumare più a lungo nel corso della vita e, quindi, ad aumentare il rischio di andare incontro ad un evento cardio-cerebrovascolare.

Il 15% dei circa 200mila nuovi casi di ictus l’anno nel nostro paese ha meno di 50 anni e questi pazienti più giovani, complessivamente due milioni nel mondo, sono in continuo e costante aumento. In giovane età, l’ictus ha un’elevata mortalità, soprattutto quello emorragico. Per gli under 50 non vanno sottostimati i fattori di rischio tradizionali, come l’ipertensione, la dislipidemia, la sedentarietà e l’obesità, il consumo di alcol, di droghe e appunto il fumo.

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